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Calano le estrazioni di petrolio e i soldi per i lucani i: solo barili e royalty di Tempa Rossa salva i conti di Regione e comuni che ospitano pozzi e impianti


POTENZA – Ci pensa il greggio di Tempa Rossa a mitigare gli effetti negativi sui conti dei lucani lucani sulle casse della Regione Basilicata del calo del prezzo di petrolio e gas e del crollo della produzione in Val d’Agri.
E’ quanto emerge dal resoconto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica sulle royalty per le estrazioni versate entro fine giugno, come previsto dalla legge, per il venduto del 2023.

IL CALO DELLE ESTRAZIONI

Rispetto al picco dell’anno scorso, quando la Regione e i comuni interessati dalle estrazioni incassarono più di 165 milioni di euro per la produzione del 2022, i versamenti delle 6 compagnie attive in Basilicata scendono a 141milioni. Con un calo del 15%, ma comunque inferiore alle previsioni, se si considera che il prezzo medio del barile di greggio è sceso, dal 2022 al 2023 di circa il 18% , da 100,88 euro a barile a 82,5 euro a barile. A breve, inoltre, andranno aggiunti gli importi delle royalty per il gas, che vengono calcolati in un secondo momento. Pertanto la differenza è destinata ad assottigliarsi ulteriormente.

Il bilancio estrattivo lucano sarebbe potuto essere molto peggiore in ragione del crollo delle attività in Val d’Agri, dove tra il 2022 e il 2023 si è passati da una produzione di circa 45mila barili di greggio al giorno a non più di 35mila. Per motivi non meglio precisati, finora, che alimentano i timori di un possibile esaurimento del giacimento, nel prossimo futuro.
A compensare questi fattori negativi, quindi, è intervenuto l’incremento delle estrazioni nella Valle del Sauro, dove si è saliti da una media di 25mila barili al giorno, nel 2022, a 40mila barili del 2023. Un incremento che attorno al Centro olio Tempa Rossa ha neutralizzato il calo del prezzo del greggio.

I NUMERI NELLO SPECIFICO

Come a Corleto Perticara, dove gli introiti sono saliti da euro 6.718.888 a euro 7.284.566,42 e a Gorgoglione, dove sono saliti da euro 1.033.675,18 a euro 1.120.703,14 (8,4%).
Da registrare, in questa dinamica, anche i mutati rapporti di “forza” tra le compagnie, rispetto alle royalty versate al territorio per le loro attività.
Il campione nazionale Eni, con poco meno di 50 milioni di euro appena versati alla Regione e ai comuni petroliferi lucani, infatti, è ormai tallonato dalla anglo-olandese Shell, che di milioni ne ha versati 48 ed è sua socia al 39% nella concessione Val d’Agri, ma detiene anche il 25% della concessione Tempa Rossa.

Staccate, invece, la francese Total, che per la sua quota del 50% nella concessione Tempa Rossa ha versato soltanto 27 milioni di euro di royalty, e l’altro socio di Tempa Rossa che è la giapponese Mitsui, con appena 14 milioni di euro di royalty trasferite a comuni e Regione.
Ancora più staccati, infine, i due operatori della concessione per l’estrazione di gas a Garaguso, Energean Italy e Gas Plus, che hanno versato, rispettivamente, 714mila e 233mila euro.
Nei mesi scorsi altri 51milioni di euro di royalty 2023 destinati a programmi di Sviluppo economico in Basilicata risultano trasferiti allo Stato. Nel fondo che inizialmente alimentava la card benzina e in seguito è servito a finanziare varie misure per il contrasto al disagio sociale.
L’anno scorso le royalty lucane finite nelle casse dello Stato erano state pari a 60 milioni di euro.

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