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Bardi convoca un vertice con sindacati e Confindustria; Stellantis non c’è, è preoccupazione per Melfi. Approvazione della delibera sull’impianto energetico in arrivo


Non ha usato mezze parole il presidente della Regione Vito Bardi ieri dopo il vertice con i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria su Stellantis: il quadro della situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi è «preoccupante», con il rischio di «impattare fortemente sull’assetto socio-economico della Basilicata». Il vertice ha dato un seguito concreto alla stagione del confronto Regione-sindacati-parti datoriali voluta dal presidente e avviata il 2 settembre scorso. Sarebbe stata invitata anche Stellantis, ma per concomitanti impegni all’estero i dirigenti non hanno potuto partecipare: il Gruppo ha comunque già reso nota la disponibilità ad incontrare al più presto Bardi «con cui da tempo è in atto un continuo e proficuo rapporto di collaborazione costruttiva sui temi industriali».

LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA

Intanto sono tre le richieste condivise dai partecipanti al vertice di ieri: la prima riguarda la cassa integrazione in deroga. Bardi ha infatti ricordato di aver inoltrato – d’intesa con Confindustria Basilicata – la richiesta al Governo centrale di accollarsi nell’area di crisi complessa il 20% degli oneri ricadenti sulle imprese per la cassa integrazione in deroga. I sindacati presenti all’incontro, tra i quali i segretari regionali Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli di Cgil, Cisl e Uil, hanno poi concordato sulla necessità di non concedere alibi a Stellantis, spostando il tiro anche sulle politiche europee in tema automotive, considerate penalizzanti per il settore in tutta Italia

L’APPROVAZIONE DELLA DELIBERA SULL’IMPIANTO ENERGETICO CHIESTO DA STELLANTIS MELFI

La seconda richiesta: l’approvazione della delibera sull’impianto energetico chiesto da Stellantis. Il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, ha chiesto che i vantaggi energetici legati all’impianto da costruire sullo stabilimento di Melfi si riflettano anche sull’indotto, invocando anche un’accelerazione per la firma della delibera regionale. A tal proposito – ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo, presente all’incontro – nei prossimi giorni sarà portata in Giunta la delibera che fornisce una sponda burocratica e autorizzativa alla realizzazione di un impianto da fonti rinnovabili sullo stabilimento di San Nicola di Melfi, per il quale è previsto un investimento di 100 milioni. In questo modo si risponde alla richiesta di Stellantis di alleggerire il peso energetico sul sito lucano.

LE GARANZIE DI STELLANTIS PER LE AGEVOLAZIONI CONCESSE

Poi, terzo, ci sono le garanzie da Stellantis rispetto alle agevolazioni concesse sul territorio.
Nel ribadire la necessità di fare corpo unico per affrontare nel suo complesso la questione Stellantis, il presidente Bardi ha assicurato l’impegno del governo regionale «per difendere il territorio e i lavoratori, dando seguito agli impegni assunti con l’azienda per sostenere la continuità produttiva dello stabilimento di Melfi. Stiamo facendo e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità e competenze».
In un documento verrà anche espressa la preoccupazione in relazione al ventilato mancato approdo della Gigafactory a Termoli (argomento sulla quale nelle settimane passate è intervenuto molto duramente anche il ministro delle imprese Adolfo Urso) considerando che a Melfi c’è stato un investimento sul segmento batterie che rischia di essere vanificato”.

STELLANTIS: IL CASO MELFI E LE RIPERCUSSIONI SULL’OCCUPAZIONE

Il caso Melfi trascina con sé l’indotto con forti ripercussioni sull’occupazione: lo stabilimento lucano è passato da 7.200 operai a circa 5.400 mentre le aziende che ruotano attorno a Stellantis continuano a ricorrere ai contratti di solidarietà di fronte al crollo della produzione di auto (da 110.820 del primo semestre 2023 alle attuali 47.020). Il contraccolpo più duro lo subisce la logistica con i circa 700 addetti che a causa della contrazione delle commesse sono in cassa integrazione a zero ore.

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