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POTENZA – «Mai più celebrare sacramenti nella chiesa della Trinità»: è questo il titolo della petizione lanciata domenica sulla piattaforma internet “Change.org” che ha superato le 17mila firme.
«Nell’interesse generale della Chiesa cattolica si legge nell’appello – opponiamoci all’arrogante, sconcertante, inappropriata e supponente tempistica della riapertura alle celebrazioni sacre nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza», nel cui sottotetto e’ stato ritrovato il cadavere di Elisa Claps, la studentessa scomparsa e uccisa a Potenza il 12 settembre del 1993.
Nel testo della petizione si punta il dito contro la decisione della diocesi di Potenza di «aprire al culto la chiesa dove per 17 lunghi anni è stata sepolta una povera ed innocente ragazza di 16 anni, ed intitolare una maestosa targa commemorativa in marmo, dove risaltano le doti e le azioni del parroco don Marcello Sabia, detto Don Mimì, “unico custode” dell’accesso al sottotetto dove poi è stato trovato il corpo di Elisa». Tanto più in considerazione della «concomitanza con la massima visibilità mediatica del caso Elisa Claps, con la messa in onda della Fiction prodotta e trasmessa su Rai1 oltre alla serie dei podcast su SkyTg24 che ha mandato in onda la docuserie “Dove nessuno guarda”».
Quanto accaduto nelle scorse settimane, quindi, viene definito non solo «uno spudorato oltraggio alla memoria di Elisa», ma «anche e soprattutto, un “guanto di sfida” non solo nei confronti della famiglia Claps ma anche delle Istituzioni e delle Associazioni sane che si sono battute ed hanno permesso di fatto di arrivare alla verità e far condannare il serial killer Danilo Restivo, anche se resta l’amaro in bocca nell’avere la quasi certezza che ad oggi restano impuniti tutti coloro i quali lo hanno aiutato prima e protetto dopo».
La petizione si conclude con un riferimento alle parole con cui la diocesi di Potenza ha stigmatizzato le esplosioni di rabbia all’esterno della chiesa durante la prima messa domenicale celebrata alla Trinità, il 5 novembre, durante la manifestazione «silenziosa» organizzata da un’associazione di ispirazione cattolica come Libera. Esplosioni di rabbia indirizzate soprattutto nei confronti del vescovo di Potenza, Salvatore Ligorio.
«Se c’è qualcuno che deve essere “rammaricato e sconcertato” – si legge nel testo – questo non è certo l’Arcivescovo “metropolita” di Potenza – Muro Lucano e Marsico Nuovo, monsignor Salvatore Ligorio, ma è il Popolo della Chiesa, quella vera, quella al servizio degli ultimi e non quella rivolta ad una ristretta nicchia di potere».
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