Il 65enne lucano Giuseppe Capece morto dopo l'attacco dei suoi cinghiali a Meldola (Forlì)
2 minuti per la letturaBELLA (Potenza) — 24 ore. Tanto è durata l’agonia di Giuseppe Capece, sessantacinquenne originario di Bella ma da anni residente a Meldola in provincia di Forlì.
Mercoledì scorso era rimasto gravemente ferito dopo essere stato azzannato dai tre cinghiali che accudiva in un recinto vicino a casa in un terreno agricolo nei pressi di Rocca delle Caminate, un’area lungo la strada che sale al maniero nel territorio comunale meldolese.
Subito dopo l’aggressione l’uomo era stato trasportato presso l’ospedale “Maurizio Bufalini” di Cesena in condizioni gravissime.
La sua prognosi era riservata. Giovedì scorso poi si è spento a causa di un’insufficienza multiorgano.
Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma l’uomo sarebbe stato aggredito da uno solo degli animali che gli avrebbe provocato ampie lesioni con le zanne alle braccia e alle gambe.
I colpi, viste le ferite, sarebbero stati molto violenti. Ferito, avrebbe comunque fatto in tempo a chiamare il cugino accorso immediatamente sul luogo dell’incidente.
Qui lo avrebbe trovato sanguinante ma ancora cosciente all’interno del recinto dove erano custoditi gli animali.
Sul posto è intervenuto il 118 che avrebbe prestato le prime cure e poi la corsa in ospedale in codice rosso.
Le condizioni sono apparse subito serie ma non lasciavano presagire al peggio.
Dopo l’operazione le sue condizioni si sarebbero aggravate fino alla morte sopraggiunta lo scorso giovedì. Lascia la moglie e due figli.
Il sessantacinquenne aveva trovato i tre cinghiali circa un anno fa, decidendo di tenerseli e accudirli.
Un successivo intervento della Polizia Provinciale aveva portato al sequestro degli animali, lasciati in custodia all’uomo perché quel tipo di allevamento non era stato autorizzato.
Il tribunale aveva poi revocato il sequestro attribuendo all’amministrazione provinciale il compito di trovare per i tre cinghiali un luogo idoneo.
Il caso ha voluto che proprio in questi giorni la polizia provinciale avrebbe dovuto provvedere ai cinghiali. Era previsto infatti il loro trasporto. Li avrebbero portati portati via dal recinto dell’uomo per poi darli in custodia a un parco di Ravenna.
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