X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Dal 15 novembre non mettono più a disposizione la propria auto per svolgere il servizio nei presìdi di continuità assistenziale

POTENZA – «Dopo la decisione della Giunta regionale di procedere, attraverso le aziende sanitarie, al recupero coattivo delle indennità pregresse per un volume complessivo a livello regionale di circa 18 milioni di euro, dopo un incontro meramente interlocutorio con il presidente Pittella e tutte le organizzazioni sindacali nel quale si era stabilito di provare a risolvere questa vicenda attraverso il congelamento della procedura di recupero fino a quando non sarà concluso l’iter della Corte dei Conti, nella convinzione che nessun danno erariale sia stato prodotto, in quanto tali compensi sono stati percepiti nella piena legittimità di un contratto e di un accordo integrativo regionale pienamente valido ed efficace, è calato di nuovo il silenzio istituzionale e nessun altro incontro su questo tema è stato convocato così come, invece, era stato detto»: lo denunciano, in un comunicato stampa congiunto, Roberta Laurino, segretario generale Fp Cgil Basilicata e Maria Teresa Bochicchio, responsabile Fp Cgil Basilicata Medici Continuità Assistenziale. 

«Di contro, le Aziende Sanitarie hanno già avviato le procedure per la restituzione delle indennità, ma assolutamente nulla è stato fatto per la messa in sicurezza delle sedi e per la sicurezza fuori le sedi. I medici escono in qualsiasi ora della notte, con qualsiasi condizione climatica e, oltre ai compiti legati alla professione, continuano ad affrontare tutti i disagi di una guida prevalentemente notturna, con strade difficilmente percorribili, nelle campagne più sperdute, considerata la frammentazione degli insediamenti abitativi della nostra regione. L’indennità di rischio, chiesta ora in restituzione, serviva proprio a compensare la mancanza di qualsiasi forma di sicurezza e anche a coprire il disagio dei medici». 

Adesso i medici di continuità assistenziale, così come preannunciato nei mesi scorsi ed anche in vista della stagione invernale, hanno deciso di dire basta e a tal fine hanno formalmente già comunicato a fine ottobre all’Asp di Potenza che dal 15 novembre non mettono più a disposizione la propria auto per svolgere il servizio. 

I presìdi di Continuità Assistenziale coinvolti nella protesta sono i seguenti: Bella- Balvano- Sant’Angelo Le Fratte- Savoia- Sant’Arcangelo- Lagopesole – S. Giorgio- Roccanova- Chiaromonte- Brienza- Spinoso- Armento- Abriola- Gallicchio- Missanello- Viggiano- Villa D’Agri- Rapone- Carbone- Ripacandida- Ginestra- Sasso di Castalda- Anzi- Cancellara- Vaglio- Picerno- Acerenza- Albano- Campomaggiore- Brindisi- Trivigno- Baragiano- Ruoti- Castelsaraceno

In tutto questo, per la Fp Cgil «è sintomatico che a fronte di così tanto preavviso l’Asp ha mantenuto il silenzio assoluto senza nemmeno preoccuparsi di far fronte ai proprio obblighi rispetto al servizio nei confronti dei cittadini. Come Fp Cgil – concludono Laurino e Bochicchio nella nota – non possiamo che condannare ancora una volta questo atteggiamento che continua ad ignorare la giusta protesta degli oltre 500 professionisti della sanità che tutti i giorni sono in trincea per garantire il diritto alla salute dei cittadini lucani». 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE