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La vittima ha denunciato l'accaduto ai carabinieri di Potenza

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Blitz martedì a via Marconi contro un distributore. Il terzo uomo è riuscito a fuggire

POTENZA – Sono sbucati dalle tenebre in tre con una pistola, non appena è sceso dal furgone per aprire il deposito dove vengono custoditi i farmaci da smistare a Potenza e dintorni. Lo hanno minacciato e sono ripartiti col suo prezioso carico, lasciandolo legato a un tubo con una fascetta di plastica.
E’ la disavventura capitata nella notte tra martedì e mercoledì, poco prima dell’una, al dipendente di una ditta di Sala Consilina, che rifornisce di medicinali diverse farmacie del capoluogo e gestisce un piccolo centro di stoccaggio in uno dei box del Parcheggio Uno, in via Marconi, proprio accanto al Palazzo di giustizia.
A dare l’allarme è stato proprio lui dopo essere riuscito a liberarsi e a trovare un telefono per chiamare i carabinieri.
Ai militari della compagnia di Potenza l’uomo, visibilmente scosso, ha spiegato di essere stato circondato e bloccato dai tre rapinatori, che oltre al furgone che stava scaricando hanno portato via anche il suo cellulare. Quindi ha dettato il numero di targa del mezzo ed è partita la segnalazione a tutte le forze dell’ordine.
La risposta della Polizia stradale di Napoli è arrivata a distanza di un paio d’ore quando il furgone è stato fermato sulla A2 all’altezza di Nocera.
I 2 conducenti, di origini napoletane, sono stati arrestati e la refurtiva è tornata al suo legittimo proprietario. Ora resta da capire che fine ha fatto il terzo componente del gruppo, che con ogni probabilità viaggiava da solo con l’auto utilizzata per arrivare a Potenza. Quindi se il colpo sia stato programmato con l’aiuto di un informatore o un basista.
Quello delle rapine ai furgoni che distribuiscono medicinali è un fenomeno che negli ultimi anni ha preso piede in tutta Italia, ma a Potenza nessuno ricorda un caso simile.
Il valore dei carichi può variare non poco a seconda del tipo di farmaci trasportati. Si va dai 10mila euro di “base” fino a 100mila, nel caso di farmaci antitumorali come quelli somministrati negli ospedali.

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