La polizia stamani all'Ente irrigazione (foto A. MATTIACCI)
3 minuti per la letturaUndici arresti (anche a Potenza) tra funzionari pubblici, imprenditori e professionisti. Gli indagati in tutto sono 17
POTENZA – La Polizia, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza, sta eseguendo undici arresti nei confronti di funzionari pubblici, imprenditori e professionisti che avevano formato – secondo l’accusa – una «rete collusiva tendente alla spartizione collaudata di diversi bandi di gara dell’Ente irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia».
I NOMI Le misure emesse dal gip di Potenza riguardano Giuliano Antonio Cerverizzo e Gaetano Di Noia (in carcere); Fabio Guarino, Gerardo Palazzo, Giuseppe Chiodetti, Graziano Cosentino, Antonio Bisceglia, Gianfranco Albergo, Fabrizio Cerverizzo e Antonio Albano sono invece stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
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I SEQUESTRI Gli indagati in tutto sono 17. Oltre agli arresti – in carcere e ai domiciliari – gli agenti della squadra mobile della questura di Potenza, del reparto prevenzione crimine e di altre unità, stanno eseguendo perquisizioni a Potenza, Matera, Parma e nella provincia di Barletta, Andria, Trani. I reati ipotizzati sono quelli di turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, corruzione, induzione indebita e dare o promettere denaro o altre utilità, truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Disposto anche il sequestro preventivo di 4 conti correnti bancari e altrettanti rapporti di investimento finanziario (oltre a 3 automezzi) nei confronti di uno degli undici indagati (Giuliano Antonio Cerverizzo) tratti in arresto nella mattinata odierna dalla Polizia di Stato su ordine della Procura della Repubblica di Potenza, con riferimento agli illeciti appalti banditi dall’Eipli di Bari.
LA POLITICA Ad emergere è stato anche il tentativo da parte dei componenti dell’associazione a delinquere di spingere su alcuni politici per ottenere la modifica dell’assetto istituzionale e del management dell’Ente, allo scopo di avere carta bianca nelle gestione degli appalti. Il tentativo di «mettere le mani» sull’Ente irrigazione «e gestire a proprio piacimento le intere procedure di gara e concorsuali» è stato fatto attraverso contatti con uomini politici locali e nazionali, ma la Procura ha precisato che il «proposito illecito non ha avuto per nulla l’esito desiderato» dagli indagati e che «nessun profilo penale appare imputabile ai soggetti politici che potrebbero aver ricevuto le istanze». L’inchiesta ha scoperto «un sistema sofisticato ed illegale» per condizionare i risultati di gare di appalti per oltre cinque milioni di euro per interventi sulle dighe e gli impianti tecnologici al servizio di tre invasi della Basilicata (le dighe di Monte Cotugno di Senise, del Pertusillo e del Camastra). Il gip che ha ordinato gli arresti su richiesta della della Procura, ha disposto anche il sequestro preventivo di 62mila euro a carico di un funzionario dell’Eipli, che aveva ricevuto somme indebite e benefit.
Pur di gestire in totale autonomia l’Eipli (Ente irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia) e gli appalti, anche «piazzando» un nuovo Commissario ad acta a loro vicino, avevano cercato di avvicinare e di coinvolgere nel «progetto» politici locali e nazionali – tra i quali Roberto Speranza e Massimo D’Alema (Pd), Raffaele Fitto (Di) e Vincenzo Taddei (Ap) – con un «alacre lavoro di pressione», scrive nell’ordinanza il gip, Luigi Spina, che però non ha avuto alcun successo. Nessuno dei politici contattati dal gruppo di persone arrestate oggi dalla squadra mobile del capoluogo lucano, secondo quanto si è appreso, risulta infatti in alcun modo indagato o coinvolto nell’inchiesta della Procura di Potenza, coordinata dai pm Francesco Basentini, Anna Gloria Piccininni e Vincenzo Savoia, così come non risultano elementi che possano far ritenere che i politici citati nell’ordinanza «fossero consapevoli – ha detto ai giornalisti il Procuratore di Potenza, Luigi Gay – dell’esistenza di secondi fini in capo agli indagati». Secondo il gip, inoltre, dalle intercettazioni si evidenzia «l’affannoso brigare degli indagati che cercavano in ogni modo di attivare diversi canali politici al fine di giungere allo scopo prefissato» con «capacità e spregiudicatezza» ma, «nonostante l’alacre lavoro di pressione», la vicenda «non ha preso la piega» che alcune delle persone arrestate «volevano imprimere».
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