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Violenza e paura e al ferrotel di Potenza, in manette tre immigrati africani: «Dacci i soldi o ti tagliamo la testa». Burtone (Pd): subito in Basilicata una visita della Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza
POTENZA – Tre immigrati – uno proveniente dalla Nigeria, due dal Gambia – sono stati arrestati dalla Polizia a Potenza con le accuse di tentata estorsione aggravata ai danni del responsabile della società che gestisce il centro di accoglienza allestito nell’ex ferrotel, nei pressi della stazione di Potenza centrale, e resistenza a pubblico ufficiale. La Polizia è intervenuta nella struttura dove, in un primo tempo, sembrava essere in corso una protesta. Gli agenti, però, hanno scoperto che i tre immigrati avevano chiuso in una stanza il presidente della «Global service» e un suo collaboratore per riuscire ad avere da loro più soldi di quanto stabilito dalle norme. I tre, infatti, avevano visto la somma in possesso dei due (“alcune migliaia di euro”) e li hanno minacciati di “tagliargli la testa» se non davano proprio a loro tre altro denaro. Oltre alla minaccia, i tre hanno istigato gli altri ospiti «ad una vera e propria rivolta». La Polizia è intervenuta con numerosi agenti e ha impedito che la situazione degenerasse: il gestore della struttura, dopo l’intervento della Polizia, ha denunciato le minacce e le richieste che gli erano state rivolte e gli agenti hanno arrestato i tre, per i quali si sta valutando anche l’accusa di sequestro di persona.
Intanto il deputato Giovanni Burtone (Pd) ha chiesto che la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate effettui «al più presto una missione in Basilicata». La richiesta è contenuta in una lettera che Burtone ha inviato al presidente della Commissione, l’on. Federico Gelli. Secondo Burtone, è «opportuno che la Commissione si attivi per approfondire e acquisire tutti gli elementi in merito alle questioni che stanno emergendo nell’ambito del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo sul territorio lucano». Il parlamentare, a sostegno della sua richiesta, ha citato «una serie di episodi che non vanno assolutamente sottovalutati”: i tre arresti eseguiti a Potenza dalla Polizia per un tentativo di estorsione ai danni del gestore di una strutture di accoglienza e le «tensioni» registrate nei giorni scorsi a Ferrandina e Irsina.
CAPPIELLO (PPI): RISPETTARE LA DIGNITÀ DEGLI IMMIGRATI La sempre maggiore presenza in Regione di migranti ed i recenti fatti di Chiaromonte e Potenza in cui si sono verificati episodi incresciosi tra gli stessi e le forze dell’ordine, ha dato modo al vicecoordinatore provinciale del Ppi Donato Cappiello di esprimere il proprio parere in merito. «E’ necessario essere sempre rispettosi della dignità umana dei nostri amici migranti che arrivano sul nostro territorio regionale, scappando da guerra, fame, persecuzioni, altri gravi problemi – ha detto il giovane rappresentante politico – il popolo lucano da sempre si è dimostrato disponibile con tutti». E ha aggiunto: «Accoglienza sì ma con sistemi adeguati e con la massima garanzia della loro dignità umana, puntando anche a sistemare gli stessi in condizioni e strutture adatte, con cibo, servizi, condizioni igienico sanitarie valide e soprattutto con numeri che tengano conto anche del ristretto numero di abitanti delle realtà in cui questi migranti sono poi dislocati, dopo essere stati nei centri temporanei come quello di Tito». Non una accoglienza «di facciata» ma reale e rispettosa dell’uomo e della sua dignità, chiede ancora Cappiello, «anche con il supporto istituzionale per evitare ogni tipo di problema e, soprattutto, mai ricorso alla forza ed a forme di scontro e/o violenza, come nel recente caso di Chiaromonte e non ultimo l’episodio di Potenza perché la comprensione ed il rispetto sono le forme migliori per un sano confronto con loro e la risposta alle loro richieste».
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