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Michele Frascolla, amministratore unico di Manteca (società che si occupa di servizi d'accoglienza)

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Ai domiciliari l’imprenditore potentino Michele Frascolla, amministratore unico della società «Manteca»

POTENZA – Nei rapporti presentati alla Prefettura di Potenza i migranti risultavano presenti nella struttura del capoluogo lucano, ma in realtà alcuni di loro erano impegnati altrove, nelle campagne di raccolta del pomodoro o dell’uva, oppure già emigrati in altri Paesi dell’Unione europea, anche con foto postate sui social network, ma comunque inseriti nelle liste consegnate alle istituzioni: sono alcuni degli elementi delle indagini che hanno portato oggi all’arresto dell’imprenditore potentino Michele Frascolla (ai domiciliari), amministratore unico della società «Manteca» che si occupa dei servizi di accoglienza.

La Polizia, in base alle indagini coordinate dalla Procura di Potenza, ha anche sequestrato parte delle quote della stessa società, a cui si sono aggiunte perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri due indagati, rappresentanti di due società con sede a Potenza e Bitetto (Bari), anch’esse impegnate nell’accoglienza degli stranieri: Frascolla è indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, e di turbata libertà degli incanti con le altre due persone. Le indagini della Squadra Mobile hanno riguardato la procedura aperta per servizi di accoglienza dei migranti nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 31 dicembre 2016, per un valore complessivo stimato in circa 8,8 milioni di euro, e le segnalazioni effettuate dalla società «Manteca» alla Prefettura di Potenza sulle «effettive» presenze dei migranti assegnati in base agli accordi quadro. Sono anche venuti alla luce casi in cui gli stranieri, «ufficialmente» ospitati a Potenza, erano invece ricoverati in un ospedale o ripresi in un servizio della trasmissione televisiva «Le Iene», in cui si documentava lo spaccio di droga a Prato.

GLI ALTRI NOMI COINVOLTI Assieme a Frascolla sono indagati a piede anche il presidente dell’Arci Basilicata Ottorino Arbia e la presidente della coop pugliese Solidarietà, Antonella Robortaccio, che gestisce una struttura a Melfi. Per loro l’accusa è di turbativa d’asta per essersi accordati sul ribasso da presentare nella gara da quasi 9 milioni di euro per l’accoglienza dei richiedenti asilo in Basilicata, nel periodo marzo-dicembre 2016. 

In un’intercettazione si sente chiaramente la Robortaccio chiedere a Frascolla quale importo indicare, al punto che quest’ultimo, preoccupato, la rimprovera: «No, non mi devi dire queste cose che andiamo a finire in galera». Secondo gli inquirenti rispetto alla base di 32 euro giornalieri per ospite fissata dal bando avrebbero deciso di offrire un ribasso non superiore a un euro. 
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