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I sindaci alla manifestazione

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Tanta gente, e sindaci con la fascia, alla manifestazione per chiedere la riapertura di un cantiere divenuto simbolo delle incompiute

BRIENZA – La prima di una serie di manifestazioni previste per sollecitare lo sblocco delle opere incompiute. Erano in tanti ieri a Brienza, mobilitati dai sindacati Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil. Migliaia di persone simbolicamente a Brienza, l’incompiuta più importante, seppur nevralgica per la viabilità della regione. In testa al corteo di protesta, partito da piazza Altavista, molti sindaci, tanti sindacalisti, molti operai edili e soprattutto cittadini di un’area che da anni chiede all’Anas che l’opera venga completata.

«La prima di una serie di iniziative – ha spiegato il segretario regionale della Cisl di Basilicata, Nino Falotico – che i sindacati edili lucani stanno mettendo in cantiere per sollecitare lo sblocco delle opere incompiute della regione». E la Tito-Brienza rappresenta purtroppo un simbolo, perchè il primo progetto relativo a questa arteria risale – ha spiegato Enzo Iacovino della Cgil – addirittura agli inizi degli anni Settanta. Più di quarant’anni quindi sono trascorsi, ma quel progetto resta davvero ancora un sogno. E dire che l’Anas – titolata a intervenire su quest’arteria – dovrebbe completare “solo” quattro chilometri. Ma si tratta di un tratto fondamentale per il progetto, quello cioè che permetterebbe al centro abitato di Brienza di liberarsi della enorme mole di traffico verso la Val d’Agri. Ed è per questo che in testa al corteo c’era proprio il sindaco di Brienza, Donato Distefano. La parola d’ordine lanciata da sindacati e amministratori è, quindi, “sblocchiamo”.

«L’opera è appaltata da oltre un anno – spiegano i segretari Michele La Torre, Enzo Iacovino e Carmine Lombardi – ma non si vede l’inizio delle lavorazioni. Stiamo parlando di un’infrastruttura che le comunità interessate aspettano da decenni e di cui non si hanno notizie da mesi nonostante la valenza strategica di un’arteria che darebbe respiro a diversi territori, dalla Val d’Agri al Lagonegrese, dal Vallo di Diano al Cilento, e soprattutto sollievo alla comunità di Brienza».

Dopo il corteo per le vie di Brienza, si è poi tenuto un convegno sul tema, iniziato con un minuto di silenzio per commemorare le vittime del terremoto che ha colpito Amatrice, Accumoli e Arquato del Tronto, tra Lazio e Marche. E proprio durante il convegno è emersa la notizia secondo la quale Anas starebbe rivedendo il progetto iniziale, prevedendo non una variante ma due. Una decisione che, se fosse confermata, allungherebbe ancora di più i tempi per l’avvio dei lavori. La variante alla strada statale 95 è ferma da decenni alle porte di Brienza, al fatidico chilometro 15+788. Il progetto del sesto lotto, articolato in due stralci, prevede la realizzazione di un tratto stradale di circa quattro chilometri – comprensivi di cinque viadotti e due gallerie – tra il chilometro 27 della statale 95 e la statale 598. La cosiddetta “variante di Brienza” è stata appaltata nel giugno 2014 alla Itercantieri Vittadello per un importo di 64,3 milioni di euro. Tempi di esecuzione: circa tre anni e mezzo. «Nei mesi scorsi – spiegano La Torre, Iacovino e Lombardi – abbiamo più volte segnalato a tutti i livelli istituzionali l’esigenza di far partire i cantieri per dare slancio ai territori interessati da queste infrastrutture, le quali, oltre a rompere l’isolamento in cui vive gran parte della regione, darebbero respiro al settore delle costruzioni e alle tante maestranze che hanno perso il posto di lavoro negli anni duri della crisi economica».

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