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Per precauzione hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni vicine a un costone tra Castrocucco e la Marina. Tre canadair e tre squadre dei Vigili del fuoco al lavoro dalle 5 del mattino. Quaranta gli ettari di macchia mediterranea divorati dall’incendio, che potrebbe essere di origine dolosa
MARATEA – Ci sono volute otto ore per domare l’incendio divampato ieri mattina poco dopo le 5 su un costone tra Castrocucco e Marina di Maratea. E così alle prime luci dell’alba, con le fiamme che in un breve lasso di tempo hanno cominciato a innalzarsi e a espandersi, la prima domenica di agosto è stata caratterizzata dalla paura per quanti – venti famiglie e gli ospiti di un camping – all’improvviso hanno dovuto, in fretta e furia, lasciare le proprie abitazioni, i bungalow, le roulotte, i camper e le tende. Per altre famiglie intorno alle 7 è scattato il preavviso, qualora la situazione si fosse complicata, di tenersi pronti a lasciare le proprie abitazioni. Il panico e la paura hanno preso il sopravvento.
Adulti, bambini e anziani senza pensarci un attimo hanno lasciato tutto. Attimi concitati durante i quali l’unico pensiero è stato quello di mettersi in salvo. E sì perché quelle fiamme si facevano sempre più alte nonostante le tre squadre dei Vigili del fuoco avevano già cominciato a buttare getti d’acqua. Ma niente. Poi piccoli massi hanno cominciato a venire giù dal costone roccioso che sovrastata la Provinciale 18. Strada immediatamente chiusa al traffico. Nel frattempo prima uno, poi due e infine tre Canadair hanno cominciato a prelevare l’acqua e a fare la spola tra la montagna e il mare passando tra i piloni dell’Enel. Strada chiusa, fiamme sempre più alte, linee telefoniche in tilt e connessione a internet saltata. Tutto questo ha contribuito ad accrescere la paura tra i villeggianti. Tutti con gli occhi rivolti verso quel costone.
«Tanto ora lo spengono». Questa la frase che è stata pronunciata per tranquillizzare tutti. Ma con il passare delle ore le fiamme invece che diminuire andavano aumentando. Così come la paura. Paura che non è passata neanche quando, dopo otto ore, l’incendio è stato spento. «Bisogna dare atto – ha detto l’avvocato Nicola Roccanova da noi contattato telefonicamente – del lavoro e dell’impegno che hanno profuso i Vigili del fuoco e i piloti del Canadair». Non solo. «Sia i Vigili urbani con il comandante Fiorenzano, che i carabinieri agli ordini del maresciallo De Pietro – ha aggiunto – hanno svolto un lavoro egregio. A tutti va riconosciuto l’impegno, l’abnegazione e l’umanità. Davvero non ci sono parole per tutto quello che hanno fatto». Quaranta gli ettari di macchia mediterranea divorati dalle fiamme. Fiamme che potrebbero essere di origine dolosa. Le famiglie e i villeggianti solo intorno alle 14 sono rientrati nelle loro abitazioni e nel camping. Ma la paura è rimasta. L’incendio ha anche provocato la caduta di alcuni massi sulla Statale 18 che è stata subito chiusa al traffico.
Anas sta provvedendo a effettuare una bonifica sulla scarpata a monte dell’arteria stradale e ha richiesto alla Prefettura e agli enti territoriali di avviare con urgenza un sopralluogo e le attività di bonifica anche nelle aree limitrofe. Sul tratto stradale sono presenti, oltre alle squadre Anas, anche le Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità. Il traffico è stato deviato e la Statale 18 per il momento è ancora chiusa al traffico perché c’è ancora il rischio di caduta massi.
Didascalia foto:
Un frame del video dell’incendio
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