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Se l’emergenza abbatte i confini. Il borgo dell’Alto Jonio cosentino fa di necessità virtù e punta sul «turismo scolastico»: pass per musei, castello e teatro
di EUGENIO FURIA
È COME una transumanza della conoscenza, silenziosa eppure decennale, quella che vede gli studenti – sempre meno, in realtà – che dalla Basilicata dell’area sud raggiungono le scuole dell’Alto Jonio cosentino perché gli istituti lucani chiudono. Ora il fenomeno ha raggiunto cifre tali che si susseguono gli appelli della politica – l’ultimo è quello del presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi – e casi come quello di Cersosimo raccontano una storia di spopolamento al quadrato: di anno in anno, infatti, si sta svuotando pure quel pullmino che già da una trentina d’anni porta da una sponda all’altra del Pollino generazioni e generazioni di “baby pendolari”. Dalla Basilicata a Oriolo (Cs). Confrontare le presenze su quel mezzo di trasporto da ieri a oggi è un termometro in tempo reale dello spopolamento della Basilicata più profonda.
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Cersosimo, come Noepoli e altri 5 centri del Potentino, è uno dei posti in cui la Media a settembre rimarrà chiusa per assenza di iscritti (bisogna raggiungere almeno la cifra di 8). Solo 5 in 3 classi, troppo poco.
E così il sindaco Loprete ha scritto ai Comuni più vicini. A rispondere è stato solo il Comune di Oriolo, forse proprio in virtù di quel rapporto quasi sentimentale che va avanti da anni e ha permesso di vedersi formare studenti “sul confine”.
«RAPPORTO STORICO DI CONFINATO» «Tra di noi c’è un legame storico di buon vicinato, anzi di confinato» sorride Vincenzo Diego, vicesindaco di Oriolo con delega alla Cultura e lui stesso simbolo di questa comunità bifronte, dal momento che i suoi impegni quotidiani lo portano più spesso sulla sponda potentina che su quella cosentina.
UN TABLET IN REGALO E BUS GRATIS Un rapporto che si è cementato e che oggi si concretizza nella decisione di non far pagare per il primo anno il trasporto alla pattuglia dei 5 delle scuole medie di Cersosimo, i quali andranno ad aggiungersi alla decina di studenti delle superiori che già frequentano l’istituto professionale di Oriolo e alla mezz’ora utile a coprire la distanza (circa 20 chilometri) da casa al banco sono abituati. Non solo: il Comune del Cosentino noto per il suo borgo donerà a tutti i nuovi iscritti fuori sede un tablet acquistato con fondi di bilancio, insieme con un pass nominativo, ma estendibile a due persone, da usare per entrare gratuitamente al castello di Oriolo, al museo su quattro piani, alla Casa della cultura, all’Istituto di vulcanologia e Geofisica o in uno dei due teatri della cittadina. Un pacchetto che partirà ad ottobre e che si potrebbe definire «turismo scolastico», felice esperimento di fruizione culturale da abbinare alla multimedialità degli istituti scolastici.
QUANDO NON C’ERA LA SARMENTANA Ai tempi d’oro si riempiva un pullman: 25-30 persone, in pratica un’intera classe. Il servizio abbracciava anche San Giorgio Lucano e San Paolo Albanese. Erano viaggi anche più scomodi visto che la statale Sarmentana (la 481) ancora non esisteva – il primo lotto risale a inizio anni ottanta. Poi, paradossalmente, proprio quando la viabilità è migliorata, per uno scherzo del destino a strada finita è iniziata a venire meno la sua utilità, insieme con gli abitanti in calo costante nel circondario.
LA CULTURA COME ARMA DI DIFESA È anche per questo che si cerca di fronteggiare lo spopolamento facendo fronte comune oltre l’emergenza scuola: il 20 agosto sarà inaugurato proprio ad Oriolo il primo Centro Studi calabro-lucano. Sarà presieduto dal decano degli antropologi Luigi Lombardi Satriani e diretto da Luigi Di Gianni, presidente della Lucana Film Commission; i due atenei del territorio, Unical e Unibas, hanno dato il loro sostegno.
«È uno dei casi in cui possiamo dimostrare che ragionando assieme e nell’ottica di un’area vasta che comprende Sibaritide, Pollino e Metapontino possiamo uscire dall’isolamento», commenta Diego.
IL CONFINE ABBATTUTO Bisognerebbe chiedere ai piccoli pendolari della conoscenza il loro parere, di certo il “gemellaggio scolastico” Cersosimo-Oriolo dimostra che, in tempi di muri, anche da un’emergenza può germogliare una piccola storia di amicizia e solidarietà.
Come dire che la macro-regione esiste già, basta solo non dirlo a gente come quella mamma intervistata ieri dal Tg3 regionale: «In Calabria no!».
e.furia@luedi.it
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