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BIB, BasilicatainBici. Questo il suggestivo acronimo coniato da un gruppo di ciclisti nordici, che hanno deciso di solcare, scoprire e godere, con le loro biciclette, le suggestive strade di una primavera lucana scintillante di verde nel fiorire delle ginestre.
“Dal Veneto con furgone”, recita soddisfatto uno degli appassionati, Enrico De Toni, pensionato e autista del furgone con targa austriaca, che ha portato da Sandrigo in provincia di Vicenza fino in Lucania il gruppo di ciclisti con le loro belle, le biciclette. Un furgone che con furore, dopo i circa 900 km percorsi in autostrada per raggiungere Tricarico, eletta come base dal gruppo, in 4 tappe ha seguito la carovana su due ruote nei percorsi giornalieri di 10 over50.
Cinque giornate intense quelle trascorse in Basilicata fra fine maggio ed i primi di giugno, in cui i 10 appassionati giunti dal Vicentino, con un chilometraggio giornaliero di 100/130 km hanno superato i 500 km percorsi sulle due ruote, scivolando dolcemente e abbarbicandosi con caparbietà fra colli e monti lucani a cavallo delle due province. La prima tappa ha visto il gruppo, abbandonare il furgone a Potenza, per raggiungere Tricarico via Vaglio–Bivio Tolve passando dal valico Cupolicchio e raggiungendo la rinomata località di Tre Cancelli prima di approdare alla base prefissata.
Una scelta, quella di Tricarico, dovuta alla presenza nel gruppo di un emigrante tricaricese, trapiantato da anni a Padova, Leonardo Sabino di professione medico dentista, che ha portato Tricarico sempre nel cuore, tanto da aver appassionato diversi suoi amici a seguirlo in questa passeggiata in bici fra le vie della sua Basilicata.
A seguirlo, in questo tour, oltre alla consorte, la vicentina Rossana Gasoli si sono aggiunti altri amanti della due ruote che nel Vicentino è uno sport molto praticato. Armando Lupato, Bruno Pozzato zio d’arte di un ciclista affermato come Filippo Pozzato, Moreno Casagrande, Gianleno Rossato con l’agronomo Beppe Cappozzo e l’altra donna del gruppo, la bionda 52enne Gigliola Meneghini, esperta fondista che sulle strade lucane ha collezionato ammiratori. Al gruppo dei sandricensi si è aggiunto un lucano doc, il tricaricese Raffaele Gioioso che ha fatto da cicerone lungo il percorso. La seconda tappa si è sviluppata su un percorso di circa 135 km da Tricarico verso Grassano, Grottole per raggiungere la città dei Sassi, Matera, con ritorno a Tricarico via La Martella, costeggiando il Lago di San Giuliano e attraversando il territorio di Miglionico.
Un percorso con oltre 2.000 metri di dislivello e una pendenza massima del 12%, in cui i ciclisti hanno notato le diversità fra la pedalata in terra veneta, molto più pianeggiante e quella in terra lucana irta di salite e ripide discese. La terza tappa è stata di 100 km e ha consentito ai ciclisti, nel lunedì di festa della Repubblica, la visuale delle Dolomiti Lucane.
Da Tricarico verso i valichi Tre Cancelli e Cupolicchio per raggiungere Campomaggiore, Pietrapertosa e Castelmezzano per rimanere affascinati dal Volo dell’Angelo per poi proseguire per Albano e far ritorno in una Tricarico i cui campi li hanno accolti con una infinità di ginestre in fiore. Ginestre in fiore che hanno affascinato Gigliola Meneghini.
«E’ stata davvero una bella scoperta, la Basilicata. Una regione che non avevo mai visitato prima e che mai avrei pensato avesse dei panorami stupendi e della gente così affabile ed amabile. Sono rimasta affascinata dall’accoglienza riservataci in molti dei paesi che abbiamo attraversato», è il commento a caldo. La quarta tappa ha toccato lo scalo di Grassano, Garaguso, bivio Oliveto Lucano, Accettura, Campomaggiore, bivio Albano per far rientro a Tricarico attraverso i valichi Cupolicchio e Tre Cancelli. Una Basilicata che ha colpito, anche per il cibo, e serate, all’insegna del gemellaggio enogastronomico, innaffiate da vini rossi lucani e grappe venete hanno trovato strada nei gusti dei sandricensi.
«Unico neo –racconta Gianleno Rossato- le non certo buone condizioni di diverse strade in cui buche profonde hanno rappresentato un pericolo per la nostra incolumità».
Un’altra caratteristica della Basilicata, che ha colpito i veneti in biketour, sono stati i tanti cani randagi incontrati lungo il percorso.
«Da noi –precisa Beppe Cappozzo- incontrare cani che gironzolano liberi è assai difficile, mentre qua molti cani, a volte anche di grossa taglia, ci avvicinavano, fortunatamente senza conseguenze». Una Basilicata che ha colpito sia chi vi è stato per la prima volta, ma anche chi vi è ritornato.

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