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BISOGNA essere proprio Paz – “Popolazione armata di zappa”  – e con una gran dose di “sana follia” visionaria per svegliarsi la domenica mattina presto munirsi di guanti, rastrelli, zappe e cesoie e decidere di “sporcarsi” le mani di terra semplicemente perché si ha voglia di fare qualcosa per la propria città.
E questo gruppo (circa una ventina) di Paz sono i membri dell’associazione AdM (Amici di Monterale), presieduta da Giovanni Filiani, che già da tempo hanno deciso di prendersi cura di quello che ormai è il “loro” parco.
Perché? Presto detto: quel verde –  da tempo abbandonato a se stesso – doveva e poteva tornare a essere il protagonista assoluto del parco. Quel parco dove generazioni e generazioni di potentini hanno giocato, riso, pianto, condiviso idee ed emozioni e perché no anche qualche litigata conclusasi con abbracci e strette di mano come si fa tra veri amici. E allora ecco i Paz che, armati di zappe, dal 2012 ogni domenica mattina decidono di prendersi cura di quello spazio verde cittadino che, purtroppo, molti potentini hanno rimosso dalla memoria e dal loro immaginario.
E stamattina questi Paz, a partire dalle 9.30, daranno vita alla “Guerrilla gardening”. Le armi? Guanti, zappe, cesoie, rastrelli, bulbi, semi, o piantine da mettere a dimora. Prima di tutto però bisogna fare pulizia. E così le grandi scope di saggina elimineranno quanto, intorno alle aiuole o lungo i vialetti, i non Paz avranno lasciato a terra. Ché costa fatica utilizzare i cestini. Poi prenderà il via la “Guerrilla”. L’attacco sarà sferrato con lancio di semi nelle apposite buche scavate nella terra zappettata  in precendenza da qualche altro componente del gruppo di guerriglieri. Al comando di questi Paz non c’è nessuno. Nessuno impartisce ordini. Ognuno è libero di prendere le cesoie e tagliare le erbacce,  utilizzare la zappa per scavare le buche dove poi altri sistemeranno le piantine o i bulbi, piuttosto che armarsi di annaffiatoio e bagnare la terra. Ed è bello l’odore della terra bagnata e dei colori – giallo, viola, rosso e chi più ne ha più ne metta – di quelle piantine che domenica dopo domenica cresceranno e diventeranno grandi. 
E sì bisogna essere davvero Paz per fare una cosa tanto semplice ma tanto rivoluzionaria. Chiunque sente di voler essere Paz può partecipare perché l’obiettivo è  anche quello di  spronare i cittadini a continuare l’opera e a prendersi cura di ciò che è stato piantato, creando quasi dei giardini condivisi.
al.g.
a.giammaria@luedi.it

BISOGNA essere proprio Paz – “Popolazione armata di zappa”  – e con una gran dose di “sana follia” visionaria per svegliarsi la domenica mattina presto munirsi di guanti, rastrelli, zappe e cesoie e decidere di “sporcarsi” le mani di terra semplicemente perché si ha voglia di fare qualcosa per la propria città.E questo gruppo (circa una ventina) di Paz sono i membri dell’associazione AdM (Amici di Monterale), presieduta da Giovanni Filiani, che già da tempo hanno deciso di prendersi cura di quello che ormai è il “loro” parco.Perché? Presto detto: quel verde –  da tempo abbandonato a se stesso – doveva e poteva tornare a essere il protagonista assoluto del parco. Quel parco dove generazioni e generazioni di potentini hanno giocato, riso, pianto, condiviso idee ed emozioni e perché no anche qualche litigata conclusasi con abbracci e strette di mano come si fa tra veri amici. E allora ecco i Paz che, armati di zappe, dal 2012 ogni domenica mattina decidono di prendersi cura di quello spazio verde cittadino che, purtroppo, molti potentini hanno rimosso dalla memoria e dal loro immaginario.E stamattina questi Paz, a partire dalle 9.30, daranno vita alla “Guerrilla gardening”. Le armi? Guanti, zappe, cesoie, rastrelli, bulbi, semi, o piantine da mettere a dimora. Prima di tutto però bisogna fare pulizia. E così le grandi scope di saggina elimineranno quanto, intorno alle aiuole o lungo i vialetti, i non Paz avranno lasciato a terra. Ché costa fatica utilizzare i cestini. Poi prenderà il via la “Guerrilla”. L’attacco sarà sferrato con lancio di semi nelle apposite buche scavate nella terra zappettata  in precendenza da qualche altro componente del gruppo di guerriglieri. Al comando di questi Paz non c’è nessuno. Nessuno impartisce ordini. Ognuno è libero di prendere le cesoie e tagliare le erbacce,  utilizzare la zappa per scavare le buche dove poi altri sistemeranno le piantine o i bulbi, piuttosto che armarsi di annaffiatoio e bagnare la terra. Ed è bello l’odore della terra bagnata e dei colori – giallo, viola, rosso e chi più ne ha più ne metta – di quelle piantine che domenica dopo domenica cresceranno e diventeranno grandi. E sì bisogna essere davvero Paz per fare una cosa tanto semplice ma tanto rivoluzionaria. Chiunque sente di voler essere Paz può partecipare perché l’obiettivo è  anche quello di  spronare i cittadini a continuare l’opera e a prendersi cura di ciò che è stato piantato, creando quasi dei giardini condivisi.

 

a.giammaria@luedi.it

 

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