Da un filmato della polizia che riprende un momento dello scambio di droga
4 minuti per la letturaPOTENZA – Sgominati due gruppi paralleli del Potentino che si erano ormai specializzati nello spaccio di droga anche a giovanissimi. Un’operazione che ha messo fine a traffici che andavano avanti da anni e che avevano per protagonisti in gran parte dei ventenni. Ragazzi che, in alcuni casi, hanno avviato l’attività di spaccio quand’erano ancora minorenni. E che ha spedito 20 persone in carcere, 13 agli arresti domiciliari e altre 9 all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Oltre ad altri 11 indagati (alcuni dei quali minori) per un totale di 53 persone coinvolte.
I due gruppi colpiti dall’operazione antidroga della Mobile della Questura di Potenza avevano base nella provincia potentina e si rifornivano di droga in altre regioni. L’operazione è scattata su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Potenza. Arresti e perquisizioni eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Salerno, Foggia, Reggio Emilia, Lecco e Matera. Nell’inchiesta si contesta appunto l’esistenza di due gruppi distinti, entrambi radicati in alcuni comuni della provincia di Potenza ma con ramificazioni anche nel capoluogo lucano.
Dalle indagini è emerso pure il coinvolgimento di minorenni la cui posizione è stata segnalata per competenza al Tribunale dei minorenni di Potenza. Gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno consentito di acquisire gravi indizi in ordine all’esistenza di due associazioni, dedite a traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. La prima con base a Tito e Potenza e fonti di approvvigionamento di droga a Cerignola (Foggia) ed Eboli (Salerno). La seconda, ad Avigliano, Pietragalla e Potenza, si riforniva tramite un indagato della provincia di Roma.
L’inchiesta – in capo al sostituto procuratore Vincenzo Montemurro e coordinata dal procuratore capo Francesco Curcio – ha fatto emergere differenti modalità per rifornirsi di cocaina, marijuana e hashish. Un gruppo si organizzava con trasferte in Campania e in Puglia, l’altro addirittura con operazioni effettuate su internet e con pagamenti in bitcoin. Gli agenti della Polizia di Stato hanno pedinato gli indagati e hanno effettuato intercettazioni telefoniche e telematiche, utilizzando inoltre videocamere e tracciamenti Gps.
Ricostruiti numerosi viaggi di approvvigionamento verso le zone dei rifornitori italiani residenti a Cerignola (Foggia) e un rifornitore di nazionalità marocchina residente a Eboli (Salerno) oltre alla gestione di vere e proprie piazze di spaccio spesso a poca distanza dalle scuole e dai luoghi d’incontro giovanili. Filmati scambi di droga in diverse zone del centro di Potenza, da piazza Don Bosco al parco Elisa Claps e a Poggio Tre Galli.
La presenza di minori è un’aggravante. Infatti nell’inchiesta si contesta l’associazione a delinquere, per traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal numero dei partecipanti e dall’avere commesso i fatti in luoghi frequentati da minori. Documentate 31 trasferte a Cerignola e 20 a Eboli, in auto o in treno, che gli organizzatori preparavano con particolare attenzione. Nel corso delle attività tecniche, inoltre, è emerso anche che l’approvvigionamento avveniva parallelamente da parte dei due gruppi, anche da fornitori operanti su internet, tramite pagamenti in bitcoin, privi di ogni tracciabilità, che inviavano la sostanza stupefacente direttamente a casa dei sodali o dei loro parenti deceduti.
In alcuni casi gli inquirenti hanno verificato che i componenti del sodalizio, mentre erano bordo di treni, lungo il percorso cedevano le dosi alle fermate ferroviarie agli acquirenti che aspettavano in stazione, con l’apporto di altri indagati che, ad ogni fermata, erano addetti a segnalare la presenza di forze di Polizia.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati 17 arresti in flagranza di reato, oltre a varie denunce inerenti alla droga. Le sostanze stupefacenti sequestrate durante l’attività sono state pari a circa 12 kg di hashish, 1,5 kg di marijuana e a numerose bustine e dosi di cocaina (oltre a denaro contante e materiale per il taglio ed il confezionamento della droga). Il volume di stupefacenti complessivamente trattato dai due sodalizi, sulla base degli indizi raccolti, è risultato pari a circa 4 kg fra hashish e marijuana, ed a circa 250 grammi di cocaina.
Quanto all’organizzazione, secondo gli inquirenti, a guidare il gruppo che operava tra Potenza, Tito e Pignola era il 26enne di Tito Paolo Giuzio. Questi si procurava la droga – spesso con la complicità di diversi giovanissimi residenti nel suo comune – attraverso i fornitori di Cerignola ed Eboli. Giuzio, quando ha avuto problemi con la giustizia, si è preoccupato anche di assegnare compiti e ruoli specifici agli altri ragazzi fidati del “suo” gruppo, a cominciare da Vincenzo Rizzi.
Capo e promotore dell’altro gruppo – quello operante tra Potenza, Avigliano e Pietragalla -, secondo gli inquirenti, sarebbe invece l’aviglianese Antonello Sabia, 22 anni, che avrebbe iniziato l’attività già quando era minore. Lui si riforniva a volte a Policoro ma, soprattutto, su internet. La droga commissionata veniva spedita attraverso dei corrieri espressi e il relativo pagamento avveniva in criptovaluta. Anche Sabia poteva contare sull’apporto di altri giovanissimi, pronti a procacciare “clienti” e a smistare la droga.
Nell’inchiesta figurano anche reati per estorsione e minacce. Chi non pagava, difficilmente riusciva a farla franca. Con i “furbi” si adottava la linea delle minacce e finanche dei pestaggi.
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