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LAGONEGRO – Dopo quasi tre mesi di ospedale, anche se per ristabilirsi ci vorrà tempo, finalmente, Gioacchino Fittipaldi è stato dimesso dal Niguarda di Milano. Il 27enne atleta paralimpico, originario di Lagonegro, era stato ricoverato nel reparto di rianimazione nello scorso mese di maggio, dopo essere stato travolto da un bilico – un camion da cava – a Rozzano, nell’hinterland milanese, mentre si allenava sulla sua handbike.

Le conseguenze peggiori le ha riportate alla gamba sinistra, con il femore rotto in più punti, e a un dito della mano sinistra. Su quanto accaduto sta indagando la Procura della Repubblica di Milano, ma l’incidente, per la dinamica, è stato descritto da tutti come simile a quello che ha visto coinvolto l’anno scorso Alex Zanardi. Fittipaldi fa parte proprio del team del campione paralimpico, denominato Obiettivo3: progetto creato dallo stesso Zanardi per far avvicinare le persone con disabilità allo sport.


Laureato alla Bocconi e trapiantato a Milano dove lavora, per lui, questa terribile esperienza non è stata la prima drammatica prova cui è stato sottoposto dal destino: nel 2017 ne ha superata a pieni voti una anche peggiore, poiché perse l’uso delle gambe per un incidente con il motorino. Una vera roccia che non si preclude l’obiettivo, un giorno, anche di partecipare ad una olimpiade che definisce come «un sogno». Con la sua handbike, che guida da tre anni, ha già partecipato ai Campionati italiani di paraciclismo, a maratone internazionali ed al Giro d’Italia.


Innanzitutto come sta?
«Meglio, mi auguro che il peggio sia alle spalle».


Ricorda il momento dell’incidente?
«Sono sempre stato sveglio, per cui ricordo tutto: compreso il momento nel quale mi sono accorto che il mezzo pesante non si era reso conto della mia posizione. Io ho provato ad evitare l’impatto ma, purtroppo, il camion mi ha travolto schiacciandomi la gamba».


Ha intenzione di continuare l’attività con la handbike?
«Assolutamente sì e non vedo perché non dovrei. Gli incidenti succedono tutti i giorni, alle persone di tutte le età».


Il suo è stato successivo proprio a quello di Zanardi ed ha alimentato la polemica sollevata da chi vorrebbe vietare la circolazione delle handbike. Ovviamente lei è contrario, ma perché?
«Esiste un codice della strada che individua le handbike quali velocipedi e, quindi, da equiparare a biciclette e impone il rispetto di determinati requisiti. Per cui, rispettando le prescrizioni previste, non vedo quale sia il problema. Considerato appunto che queste regole sono state normate, evidentemente significa che si ritiene possibile che le handbike possano circolare».


Si propone quale obiettivo di partecipare ad una olimpiade?
«Il mio primo obiettivo è stare bene, dopodiché, chiaramente, mi piace gareggiare e competere. Anche perché ti permette di conoscere persone e fare esperienze. Poi, raggiungere un’olimpiade non è certo semplice e credo sia il sogno di ogni sportivo. Speriamo».


Continuerà a far parte di Obiettivo3?
«Certamente».


La sento convinta, carattere e caparbietà non le mancano.

«Sono una persona testarda, questo è un mio difetto e, allo stesso tempo, una mia qualità. La cocciutaggine fa parte del mio carattere».


Adesso è a Milano?
«Sì, purtroppo ho un fissatore sul lato esterno del femore e non è stato possibile utilizzare strumenti di sintesi interni. Ho la mobilità ancora limitata, però diciamo che con il tempo si risolverà. La mano, piano piano, sta tornando ad essere funzionale. Per ora non mi è possibile, ma conto di tornare al più presto in Basilicata».

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