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Libera Basilicata tappezza la città di Potenza di manifesti dopo lo scontro per gli accostamenti tra Impastato e Postiglione. «Politica e mafia o si combattono o si autocelebrano nei galà»
NON si spegne lo scontro provocato dall’accostamento della figura dell’imprenditore radiofonico potentino, Bonaventura Postiglione, e il martire delle radio libere siciliane Peppino Impastato.
A riaccenderlo, ieri, è stata Libera Basilicata affiggendo per tutta la città di Potenza manifesti con l’immagine di Impastato davanti al panorama di Potenza e una delle sue frasi più note: «La mafia è una montagna di merda. Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi, prima di abituarci alle loro facce, prima di non accorgerci più di niente».
Duro anche il post su Facebook con cui l’associazione antimafia ha spiegato le ragioni dell’iniziativa
«Da quest’oggi in città, tra le vie, potrete incrociare lo sguardo di Peppino Impastato, vittima innocente di mafia che ci esorta a non restare in silenzio, a ribellarci, a non cedere alla rassegnazione». Così sulla pagina Facebook del presidio potentino di Libera.
«Non dobbiamo temere di chiamare le cose con il proprio nome. Non dobbiamo tacere dinanzi allo scempio dello spettacolo del rischio della “mafia in diretta”».
«Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si autocelebrano sui red carpet dei galà». Così ancora l’associazione con un chiaro riferimento alla discussa cena-evento organizzata dagli eredi di Postiglione alla vigilia delle festività natalizie, a cui hanno preso parte numerosi esponenti della politica e dell’imprenditoria lucana. Cena in cui l’accostamento tra Postiglione e Impastato è stato riproposto un’ultima volta proprio da uno dei figli dell’imprenditore radiofonico.
«Noi ci siamo ribellati insieme con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Articolo Ventuno, il Cestrim Onlus, il Presidio Legalità la Cooperativa Adan». Così ancora Libera, che nei giorni scorsi ha contestato allo stesso modo l’intitolazione a Postiglione del belvedere di Montereale decisa dalla giunta guidata dal sindaco Vincenzo Telesca. Ricordando la sua candidatura a governatore, nel 2000, con i neofascisti di Forza Nuova.
Poi un ultimo affondo.
«A chi scrive “noi difenderemo sempre la Basilicata da chi la chiama mafiosa” noi rispondiamo che non taceremo e, continueremo a raccontare la mentalità mafiosa di “Casa Nostra”».
Così l’associazione riprendendo il testo di un articolo anonimo apparso nei giorni scorsi sulla testata d’informazione del gruppo editoriale Postiglione, Cronache lucane. Con una serie di attacchi a giornalisti, commentatori e ambientalisti “colpevoli”, ad avviso dell’anonimo estensore dell’articolo, di denigrare ingiustamente la città di Potenza e la Basilicata
«Perché in un paese che vuole essere normale – conclude Libera – la prima cosa da fare è riuscire a chiamare le cose con il loro nome».
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