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Un momento della celebrazione a Sant'Arcangelo

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Grande commozione a Sant’Arcangelo ai funerali di Salvatore Briamonte, operaio morto sul lavoro in Valtellina, la nipote: «Lontano da casa perché le persone perbene il lavoro lo vanno a cercare»


SANT’ARCANGELO (POTENZA) – Applausi e commozione hanno accompagnato il feretro di Salvatore Briamonte per l’ultimo saluto nella Chiesa Madre della sua Sant’Arcangelo, dove è stato celebrato il funerale del 65enne morto 9 giorni fa mentre lavorava in un cantiere in Valtellina. In questi casi si fa sempre fatica a trovare le parole giuste per descrivere chi fosse la vittima di questa ennesima terribile tragedia: sfociare nella retorica è molto semplice, eppure, con voce rotta dal dolore, la nipote Stefania ha fatto capire chiaramente a tutti che persona fosse il nonno.

«Fa male solo immaginare quel tragico momento – ha detto Stefania dal pulpito – ma ci aiuta a credere che tu non fossi davvero solo e che tuo fratello Peppino ti abbia consolato, accolto tra le sue braccia e portato con sé. Fa male sapere di non averti più con noi, ma soprattutto è inaccettabile pensare che per portare a casa un pezzo di pane e vivere dignitosamente si debbano fare tanti sacrifici: lasciare la propria terra, perdersi la quotidianità familiare ed essere lontani dai propri affetti perché le persone perbene il lavoro lo vanno a cercare; perché le persone perbene non aspettano che il lavoro bussi alla loro porta. E tu e tutti i tuoi fratelli siete un esempio di persone perbene e dignitose».

SANT’ARCANGELO E L’ADDIO COMMOSSO A SALVATORE BRIAMONTE

Parole profonde e allo stesso tempo di una dolcezza unica ed infinita, che fanno riferimento anche alla cronaca dei fatti, in quanto, secondo quanto si è appreso, al momento dell’incidente, Briamonte era solo. A presiedere la funzione monsignor Orofino, vescovo della Diocesi di Tursi Lagonegro. «Siamo qui oggi per qualcosa di non previsto e di non contemplato – ha spiegato Orofino durante l’omelia – ma ognuno di noi è custode della propria vita, ma non ne è proprietario. Dobbiamo ringraziare Salvatore per tutto quello che ha fatto per la sua famiglia e per l’intera comunità. Siamo fatti per la vita eterna».

LUTTO CITTADINO PER RICORDARE L’OPERAIO MORTO IN VALTELLINA

In rappresentanza della Regione Basilicata c’era l’assessore Franco Cupparo, fondatore della C&P, affidataria in subappalto della realizzazione del bypass alla tangenziale di Tirano, in vista delle olimpiadi invernali del 2026: ditta con la quale Briamonte lavorava ormai dal lontano 2013. Presenti anche tutti i vertici aziendali e i colleghi di lavoro. Per l’occasione, il sindaco Salvatore La Grotta ha proclamato il lutto cittadino: anche lui ha voluto ricordare l’operaio nel giorno più triste e lo ha fatto ribadendo la necessità di aprire una discussione sul tema della sicurezza sul lavoro.

«Con Salvatore non capitava spesso di parlare – ha affermato il primo cittadino santarcangiolese – ma lo ricordo sempre come una persona fine e laboriosa. Diceva bene Stefania, la sua scomparsa è declinata con la sicurezza sul lavoro, un tema sentito ed importante che, ormai, deve coinvolgere in pieno la politica, le istituzioni, le parti sociali ed i corpi intermedi. Per capire quanto la questione sia sentita in ogni paese civile, basta ricordare le tragiche morti che nei giorni scorsi hanno anticipato quella di Salvatore». Sulla morte di Briamonte stanno indagando i carabinieri e la Procura di Sondrio: da una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe precipitato in un macchinario per il trattamento del cemento per poi rimanere incastrato nell’ingranaggio. Il medico legale ha eseguito l’esame autoptico venerdì scorso, all’ospedale civile di Sondrio.

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