La Chiesa della Trinità di Potenza il giorno della scoperta del corpo di Elisa Claps
2 minuti per la letturaPOTENZA – Di ufficiale ancora non c’è nulla ma ormai sembra che la decisione, già più volte annunciata, sia stata presa e, intorno alla metà del prossimo ottobre (si parla del 13 ottobre), la chiesa della Trinità verrà riaperta. Ieri mattina, durante la riunione del consiglio del presbiterio nel centro Caritas di Tito, si sono riuniti tutti i sacerdoti della Diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo. Ufficialmente il motivo della “chiamata a rapporto” è il fine mandato del vescovo Ligorio che, per sopraggiunti limiti di età dovrà lasciare la guida della Diocesi, a meno che non arrivi un ordine diverso da Papa Francesco. Ma la riapertura di quella chiesa, nel cui sottotetto la povera Elisa Claps è rimasta per 17 anni, era uno degli obiettivi del mandato di Ligorio. E sembra che, prima di lasciare il timone al suo successore, porterà a termine il suo obiettivo.
«I lavori sono quasi conclusi – conferma don Marcello Cozzi al Tgr – e la chiesa la riaprirà il vescovo, perché con questo intento il vescovo è arrivato a Potenza 7 anni fa». Una notizia che – c’è da giurarci – renderà ancora più rovente questa estate in città. Solo qualche giorno fa, l’attore e regista Ulderico Pesce, portando in scena uno spettacolo dedicato a Elisa, aveva ribadito che ci sarebbe stata la protesta di molti contro la riapertura della chiesa.
«Nella chiesa della Trinità, nel sottotetto, dove Elisa Claps ha ricevuto il suo martirio, c’era un materasso pieno di sperma. In una chiesa poteva esserci un materasso simile? Oggi la chiesa di Potenza vorrebbe riaprire al culto la Trinità. Cercheremo di ostacolare in ogni modo questa idea proponendo di dedicare quello spazio ad attività ricreative, culturali, spettacolari, ludiche». Una posizione condivisa da 16.839 persone, quelle che hanno firmato una petizione su “Change.org” e che chiedono verità su Elisa prima della riapertura al culto della chiesa. «Riaprire senza aver fatto luce sul silenzio durato per circa trent’anni – si legge nel testo della petizione – sulle possibili coperture. Senza riconciliarsi con la famiglia e la comunità di Potenza, senza chiedere scusa. Elisa è rimasta nel sottotetto di quella chiesa, a due passi da casa, come in un limbo, mentre la famiglia la cercava ovunque e chi sapeva dov’era il suo corpo continuava a tacere».
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