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POTENZA – «Una famiglia che accoglie famiglie in un atteggiamento di ascolto». E’ quanto sostenuto dall’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano- Marsiconuovo Salvatore Ligorio a margine dell’inaugurazione del nuovo centro di aggregazione e accompagnamento della Caritas “A Casa di Leo” di Bucaletto. Il taglio del nastro è stato fatto ieri alla presenza di diversi sacerdoti e istituzioni locali. Presenti, tra gli altri, anche i sindaci di Muro Lucano e Tito.
«E’ un centro che nasce con la vocazione di superare il “bene” materiale. – ha detto Marina Buoncristiano della Caritas – L’obiettivo è aggregare e accompagnare i nuclei familiari che vorranno farci visita. Come? Attraverso laboratori e servizi che stiamo mettendo in piedi. Proviamo a ristrutturare il senso della comunità che diventa sussidiario. In sintesi: una famiglia di famiglie».
Questo progetto è stato portato all’attenzione della Cei nel 2017 che lo ha finanziato con 500.000 euro.
«I protagonisti di questo centro saranno le famiglie nel senso più ampio del termine. E’ a disposizione non solo del quartiere di Bucaletto, ma dell’intera diocesi. Queste porte saranno sempre spalancate come la Chiesa che non ha perimetri. Chiunque desideri passare del tempo non solo sarà il benvenuto ma un valore aggiunto che irradia ricchezza a ognuno». Per Buoncristiano: «in una comunità sussidiaria c’è l’abbattimento del ruolo. Grandi e piccoli stanno insieme in un reciproco dare e avere».
La nuova sede rappresenta secondo la Caritas un punto di ri-partenza, perché grazie a spazi idonei e adeguati, consentirà di promuovere nuovo slancio nell’azione propria della Caritas di accompagnamento e di sostegno alla comunità, con particolare attenzione al quartiere, che ormai da 15 anni è il cuore pulsante delle iniziative promosse.
L’opera è un segno che guarda a tenere uniti servizi e processi educativi e comunitari, capaci di venire incontro a bisogni prevalenti delle persone e, contestualmente, di valorizzarne le risorse personali e materiali, rimettendo al centro l’uomo.
La sede ospiterà, infatti, il Centro d’ascolto diocesano della Caritas, uno sportello legale e di tutela del consumatore, le attività di Caf e patronato (promosso in collaborazione con il Caf 50&Più).
I servizi diventano complementari a processi di aggregazione e promozione di relazioni, tramite la strutturazione di laboratori che coinvolgeranno genitori e figli, attività educative e aggregative per i più piccoli e la promozione di eventi culturali.
Lo scopo sarà quello «di mettere in luce, attenzionare e prendersi cura della comunità, a partire dalla periferia, offrendo una casa, un luogo accogliente e un punto di riferimento, che possa diventare un vero e proprio laboratorio di partecipazione».
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