X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

«La Hazet 36 è una chiave inglese lunga quarantacinque centimetri. Pesa quasi tre chili e mezzo e la si può trovare nei ferramenta. Ci si riparano le condotte del metano oppure i furgoni che smerciano malta e mattoni, su per i cantieri. Oppure la si usa per spaccare teste, come faceva Gino Strada». Rischia di scoppiare fra le mani del Governatore Bardi la grana provocata dalle parole di Antonio Tisci, direttore dell’Arpab, sulla morte di Gino Strada, fondatore di Energency scomparso ieri.

Nelle ore in cui il mondo rimpiangeva il medico che aveva dedicato la sua vita a curare le vittime dei fronti di guerra di tutto il mondo, in Basilicata scoppiava il caso dell’esponente dell’agenzia regionale che sul suo profilo social commentava con queste parole la morte di Strada. Immediate le reazioni allo sproloquio di Tisci. Scrive infatti Ciccio Cirigliano, di Mediterranea Basilicata – coordinatore regionale di Sinistra italiana: «Le parole a vanvera utilizzate dal direttore di Arpab su Gino Strada non solo sono assolutamente irricevibili ma anche incompatibili con chi occupa una carica pubblica.


A Gino Strada, Tisci aveva riservato anche un altro dei suoi imbarazzanti commenti: «Mor non omnia solvit…per esempio se sei stato un catanghese e giravi con una chiave inglese per spaccare la testa a chi non la pensava come te e non te ne sei mai pentito, non basterà una vita intera nè una morte per scontare questa colpa».


Aggiunge Raffaele La Regina, delegato lucano dell’assemblea nazionale del Pd: «Antonio Tisci non può rappresentare i cittadini lucani. Il presidente Vito Bardi lo rimuova. Non è questo il servizio verso cittadini e ambiente. Infangare Gino Strada nelgiorno della sua morte è atteggiamento squadrista che non può trovare spazio in democrazia».


Dura anche la reazione di Carlo Rutigliano, segretario regionale di Articolo Uno: «Trovo grave e sconcertante che il direttore generale dell’Arpab usi i social network per infangare la memoria di Gino Strada. E’ aberrante il tentativo di screditare un uomo che ha fatto dell’umanità, della solidarietà e della difesa degli altri, dei più fragili la cifra della propria vita. Mi auguro che il presidente Bardi non faccia finta di non vedere: : siamo di fronte a un impresentabile».

«L’Università degli Studi della Basilicata si unisce al dolore della comunità mondiale per la scomparsa di Gino Strada, al quale ebbe l’onore di conferire il 24 marzo 2004 la Laurea Honoris Causa in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Gino Strada- si legge in una nota dell’Unibas -costruttore di pace e organizzatore di ospedali e di aiuti umanitari in luoghi cruciali di guerra, è stato infatti il migliore interprete di quella concezione dell’ingegneria al servizio dell’uomo e delle relazioni umane fondate sulla pace e sull’equilibrio ambientale e finalizzate a costruire nuovi scenari in cui i conflitti tra gli uomini, le economie, le religioni, gli Stati siano risolti in una visione dello sviluppo solidale e rivolte all’affermazione della dignità dell’uomo e del diritto alla vita.

Il Magnifico Rettore Ignazio Mancini, unitamente al Prof. emerito Vito Antonio Copertino e ai già Rettori Prof.ssa Aurelia Sole e Mauro Fiorentino, che con lui proposero l’iniziativa, esprimono piena vicinanza alla figlia Cecilia e ricordano con gratitudine la stima ricevuta dalla compianta moglie Teresa Sarti e dall’intera comunità di Emergency».


Nel febbraio 2019 Gino Strada era tornato in Basilicata, nell’anno in cui Matera era Capitale europea della Cultura, per tenere una lectio magistralis nell’aula Quadrifoglio dell’Università al rione Francioso di Potenza su “Pratiche di pace e diritti umani”.

In una nota diffusa dall’Università di Basilicata in quella occasione, commentando la scelta del tema della lectio si leggeva: «Ogni cittadino oggi dovrebbe sostenere, nei modi e nelle forme che vuole, pratiche di pace e di eguaglianza. Perchè questo è ciò che costruisce, protegge, accudisce i valori su cui fondiamo una convivenza civile, e dobbiamo iniziare a farlo nelle università e nelle scuole, in tutti i luoghi in cui si insegna e si impara e dove si forma un pensiero libero». Nel 2004 Gino Strada aveva ricevuto la laurea Honoris causa dell’Unibas e nel 2019 aveva tenuto una lectio magistralis sui diritti umani.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE