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Dopo il polverone che hanno sollevato le sue parole dopo la morte del fondatore di Emergency, Gino Strada, arriva la risposta del direttore dell’Arpab, Antonio Tisci.

«Non credevo di farlo ma lo farò. Ho deciso, querelo. La misura è colma e la mia pazienza è superata, anche il mio carattere pronto alla battuta e alla risata si è scocciato».

Tisci racconta di aver « iniziato a fare politica a 14 anni, a 22 anni ero consigliere comunale, a 30 consigliere regionale, ho ricevuto ogni tipo di insulto ma non ho mai querelato, ho sempre ritenuto il ricevere offese un elemento della politica e della mia esposizione. Da ieri ricevo in privato offese di ogni tipo, insulti e minacce di morte alle quali rispondo come sempre con una grossa risata. Oggi la misura è stata superata con insulti e minacce di morte rivolte direttamente alle mie figlie, questo non è tollerabile. Al di là delle responsabilità penali che verranno accertate dalla magistratura penale esistono precise responsabilità morali e politiche riconducibili a chi ha creato il clima d’odio, a chi ha scritto un articolo pieno di menzogne attribuendomi frasi false, a chi ha avviato raccolte di firme per chiedere la mia revoca, a chi avrebbe dovuto schierarsi e non lo ha fatto.
Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti e vi considero personalmente responsabili delle minacce indirizzate alle mie figlie.
A quelli che hanno scritto minacce di morte, ricordo che io lunedì sarò come sempre in Arpab e che se vorranno potranno esercitare la loro violenza di persona, ammesso che ne abbiano il coraggio però vengano allenati che io sono grosso. Per il luridume, tra cui persone che conosco, che hanno avuto l’onore e il privilegio di condividere con me la tavola e il tempo e che questa gazzarra hanno alimentato, non ho parole se non la più miserevole commiserazione per la loro pochezza d’animo.
Per chi si nasconde per cercare il plauso della feccia il ricordo del destino degli ignavi.


Io rispondo delle mie azioni e delle mie parole, non di quelle che i dementi hanno capito e nelle mie parole non c’è e non ci sarà nessuna parola di gioia per la morte di nessuno ma solo di chiara condanna storica per la violenza politica.

In anni di attività politica non ho mai attaccato un avversario politico come persona ma solo contestato le cose che ha detto, discussione sulle idee non attacco alle persone.


A quelli che mi sono stati vicini in questi due giorni in pubblico come in privato il mio affetto, siete pochi, non tantissimi, è una situazione che già ho provato in passato alla quale sono allenato. Esistono momenti che servono, servono a dividere amici e nemici, buoni e cattivi, persone serie e lestofanti.
Questo è uno di quei momenti».

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