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FRANCAVILLA – Dopo il sit-in di protesta dello scorso 20 settembre, da parte degli addetti diretti e dell’indotto, nuova iniziativa per chiedere la riapertura del cantiere della C&P srl di Chiaromonte, questa volta, da parte di un folto gruppo di commercianti e titolari di attività di Francavilla in Sinni, i quali, attraverso una raccolta firme e una lettera inviata al prefetto di Potenza, Vardè, e al presidente della Regione, Bardi, hanno offerto il proprio supporto ai lavoratori.
«Siamo esercenti di attività commerciali, artigianali e professionisti di Francavilla in Sinni e ci rivolgiamo a lei in qualità di presidente della nostra regione per sottoporle il problema del blocco del cantiere dell’azienda C&P srl di Francavilla in Sinni, di cui è sicuramente a conoscenza. A causa di tale fermo circa 100 dipendenti non stanno percependo lo stipendio, né possono usufruire di ammortizzatori sociali, da circa tre mesi».
Inizia così la lettera che, come spiega la portavoce Mariateresa Motta, si propone di «sostenere la C&P e i suoi dipendenti per il protrarsi della chiusura del cantiere».
La C&P Srl è una società che produce prefabbricati in cemento armato precompresso, di proprietà dei familiari dell’assessore Regionale Franco Cupparo. Lo stabilimento di contrada “Isca” è sotto sequestro preventivo dallo scorso 21 luglio – disposto dalla Procura della Repubblica di Lagongegro – per la verifica di presunti danni ambientali. Sulla questione, Cinzia Sorace, avvocato della famiglia Cupparo, ci aveva riferito come tutto sia nato «dalla perdita di una conduttura», che però, come ci ha ribadito a più riprese la stessa legale, «non aveva provocato conseguenze per l’ambiente».
«Il fermo del cantiere – si legge ancora nella missiva scritta a Bardi e al prefetto – costituisce un notevole danno economico per tutta la Valle del Sinni, non solo per il gran numero di dipendenti, ma anche per l’indotto che si è sviluppato nel corso degli anni intorno ad esso. Non è nostra intenzione entrare nel merito della problematica giudiziaria, ma le chiediamo di attivare tutti i canali possibili affinché le oltre 100 famiglie possano riavere al più presto l’unico sostentamento che viene loro dalla retribuzione percepita presso la C&P SRL. Vogliamo, inoltre, far presente che il Sud della nostra regione non è particolarmente ricco di attività industriali e che il venir meno di un azienda come la C&P sicuramente aggraverà atavici problemi e darà impulso a nuove migrazioni da cui non siamo purtroppo indenni». Sulla vicenda è intervenuto anche Romano Cupparo, sindaco del Comune di Francavilla in Sinni.
«Facendomi carico del sentimento popolare della mia comunità – si legge nella nota del primo cittadino – che sta avvertendo in maniera decisa l’emergenza sociale, sorta a causa della mancata retribuzione di oltre 100 famiglie coinvolte nel sequestro preventivo del cantiere produttivo dell’azienda C&P SRL, trasmetto, per quanto di competenza e senza voler entrare nel merito della vicenda giudiziaria, una raccolta firme spontanea di tanti titolari di partite Iva a sostegno dei lavoratori e dell’azienda, nonché a sollecito di una celere risoluzione della problematica».
Pochi giorni prima del sit-in del mese scorso, l’avvocato Sorace ci aveva risposto «che siamo in una fase di indagine di cui non posso dire nulla, ma parliamo di questioni formali e tecniche». A luglio, subito dopo il fermo eseguito dai carabinieri forestali, Sorace ci aveva riferito che i campioni prelevati dalla perdita, alla presenza degli stessi militari, erano stati analizzati ed erano risultati «privi di sostanze inquinanti».
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