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POTENZA – La Corte d’Assise di appello (presidente Angela d’Amelio) ha ridotto a 9 anni e 4 mesi per esclusione aggravante articolo 61 cpp, la condanna per il il 24enne gambiano Omar Sadi, in carcere da agosto del 2018, per l’omicidio di un connazionale, Ammar Barry (all’epoca ventiseienne), raggiunto da una coltellata alla gola in via dell’Edera, poco lontano dal centro storico di Potenza.
L’avvocato del ragazzo, Francesco Fabrizio, aveva chiesto inutilmente la derubricazione da omicidio volontario a preterintenzionale.
Circostanza non accolta dal giudice. Nel luglio 2020 il ventiquattrenne era stato condannato a 14 anni di reclusione dal gip del rito abbreviato.
In quella sede il giudice aveva visto già al ribasso di due anni la richiesta avanzata a fine maggio dello stesso anno dal pubblico ministero Giuseppe Borriello, per cui la pena più adeguata sarebbero stati 16 anni di reclusione.
A giugno 2020 l’avvocato Fabrizio aveva ottenuto una perizia sul coltello a serramanico ritrovato, chiuso, in mano alla vittima.
Perizia che ha confermato la presenza sulla lama di una macchia di sangue dello stesso Barry, ma non sarebbe bastata a convincere i giudici che fosse quella l’arma del delitto. Come pure che ad avercela in tasca fosse proprio la vittima, a cui sarebbe sfuggita di mano durante la colluttazione, scatenatasi per un dissidio su questioni economiche, col 24enne Sadi.
L’omicidio è avvenuto nell’agosto del 2018. Dopo l’accoltellamento Omar Sadi si era dato alla fuga. Una fuga terminata all’interno di un hotel adibito all’accoglienza degli extracomunitari dove il ragazzo, allora ventiduenne, aveva trovato rifugio. Gli agenti della polizia di Stato della questura di Potenza lo trovarono in stato confusionale e con tracce di sangue sulla maglietta e sulle scarpe che aveva ancora addosso.
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