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MATERA – Dopo mesi di stop forzato causa Covid, è ripresa l’attività di screenig oncologico (colon retto, mammella, pap test ecc.) in Basilicata, ma con una novità di rilievo: tutta la pratica di prevenzione è accentrata presso l’Istituto di ricerca Crob di Rionero in Vulture.
Quindi, il cittadino che riceve la lettera di convocazione per la campagna di screening tumorale, non potrà più fare riferimento alla struttura ospedaliera competente per il suo territorio, ma dovrà portare i campioni (ad esempio per il colon retto) e ritirare poi il referto presso il Crob. Una pratica già avviata con le prime convocazioni, che stanno arrivando in questi giorni. E sono già tanti gli utenti che sono stati compresi nel programma, e che stanno manifestando disappunto ai referenti di Cittadinanzattiva.
Come può un cittadino della fascia jonica, sobbarcarsi le spese ed il disagio di arrivare a Rionero per ritirare il kit, ad esempio in caso di controllo per il colon retto, per poi conferire il campione, quindi un altro viaggio, e infine ritirare il risultato percorrendo oltre 300 chilometri alla volta? In tre viaggi sarebbero 900 chilometri con relative spese, che probabilmente non tutti potrebbero affrontare.
«Perché -segnala Maria Antonietta Tarsia di Cittadinanzattiva- si è assunta questa decisione, costringendo gli utenti ad affrontare tanti disagi? Non era meglio proseguire con la rete ospedaliera per gli esami, invece di ricorrere a un Istituto di ricerca? Così temiamo che tanti cittadini si scoraggino e non facciano prevenzione tumorale, con tutte le conseguenze immaginabili».
La decisione di accentrare l’attività di screening al Crob di Rionero, è stata assunta lo scorso 11 agosto, con delibera di la Giunta regionale, al fine di rendere efficiente e meglio qualificato il servizio di vitale importanza per la prevenzione.
Il Crob, infatti, è una realtà d’eccellenza in regione, un presidio dotato di tutte le attrezzature all’avanguardia, per l’analisi dei campioni. Ma lo spirito della delibera regionale, è anche quello di ottimizzare tutto il sistema organizzativo del reclutamento, effettuando un contestuale monitoraggio sull’andamento stesso dello screening.
Per questo, è stata istituita l’Unità per il coordinamento, l’organizzazione e il monitoraggio dei programmi regionali di screening (Ucoms) con sede presso l’Irccs Crob, che ha sostituito il Comitato di coordinamento screening (Ccs), individuato dalla Dgr 668/20212, quando partì ufficialmente la prevenzione tumorale in Basilicata.
L’Ucoms è coordinata e presieduta dal suo Direttore sanitario, e composta da: Direttori sanitari delle Aziende sanitarie lucane; dai coordinatori sanitari regionali degli screening; da un rappresentante regionale del Tribunale per i Diritti del malato o di un suo delegato; da un rappresentante dei medici di Medicina generale, designato unitariamente dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e dai responsabili aziendali. Una vasta e articolata rappresentanza, a garanzia del buon funzionamento del sistema.
L’Ucoms, quindi, è stata investita di molte più competenze rispetto ai Ccs, come quelle di Coordinare e rendere omogenee le modalità di attuazione degli screening oncologici; adeguare ed aggiornare i protocolli tecnici regionali per l’attuazione degli screening; redigere linee di indirizzo e strategie, per garantire equa accessibilità tra le diverse aree geografiche e la definizione dei centri di esecuzione; individuare e selezionare la popolazione obiettivo; valutare e approvare le strategie organizzative.
Quindi, nelle previsioni potrebbe esserci anche quella di individuare centri sanitari di riferimento territoriale. Infatti, nella sua mission c’è anche il compito di: “Definire le sedi di esecuzione delle attività di screening in variazione rispetto a quelle già individuate nel Piano dì Attuazione -si legge nella delibera- organizzare i servizi logistici, strutturali ed operativi attraverso l’individuazione di sinergie e la predisposizione di protocolli d’intesa interaziendali; organizzare e rendere operativa la campagna di comunicazione; individuare soluzioni per l’ottimizzazione delle attività; garantire ai cittadini l’accessibilità ai servizi di screening”. Quindi gli attuali viaggi al Crob, potrebbero essere presto scongiurati, appena la nuova macchina si metterà in moto.
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