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POTENZA – Sono falsi i due testamenti prodotti da Giovannina Gagliardi in cui veniva designata come erede universale dell’anziano Raffaele Puppo.
E’ quanto deciso nei giorni scorso dalla Corte di cassazione respingendo il ricorso della 60enne di Rivello, che nel 2010 finì sotto accusa anche per aver tentato di appropriarsi delle proprietà di Puppo, e soltanto l’anno scorso è stata assolta dalla Corte d’assise d’Appello di Salerno per il resto delle contestazioni.

«La Corte d’appello – spiegano i giudici di piazza Cavour – ha riconosciuto, sulla scorta della consulenza tecnica, che i testamenti non provenivano dalla stessa mano. Inoltre, essa ha posto in luce che il consulente tecnico, in base all’esame delle scritture di comparazione nell’arco di 25 anni, l’ultima delle quali precedente di un mese la morte, che non sussisteva una compromissione della capacità grafica del testatore».

Gagliardi era finita a processo dopo le rivelazioni dell’ex carabiniere di Lagonegro Pietro Mango (60), che sta già scontando da 16 anni una condanna definitiva all’ergastolo per il duplice omicidio dei suoceri della 60enne.
A dicembre dell’anno scorso, però, era arrivata l’assoluzione nel processo bis che si è svolto a Salerno dopo l’annullamento con rinvio per un secondo giudizio della condanna all’ergastolo decisa nei suoi confronti, prima dal Tribunale e poi dalla Corte d’appello di Potenza, come mandante dell’omicidio dei suoceri.

In precedenza inoltre erano cadute per prescrizione molte delle contestazioni che le erano state rivolte, incluse alcune relative alle disposizioni patrimoniali effettuate da Raffaele Puppo. Alla donna, infatti, veniva addebitato di aver carpito la buona fede dell’anziano, che viveva solo, anche con l’aiuto di psicofarmaci.

Così facendo lo avrebbe trascinato fino allo studio di un notaio dove voleva fargli firmare la sua designazione come erede universale. A quel punto, quindi, l’anziano sarebbe rinsavito e avrebbe chiamato in soccorso un nipote da Firenze. Ma nel tempo impiegato perché questi arrivasse da Firenze sarebbero andate in scena altre minacce e persino un tentativo di furto nella sua abitazione con l’obiettivo di darne colpa proprio al nipote. Tutte vicende il cui accertamento è stato precluso dalla prescrizione.

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