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ROTONDA – «Affinché intervenga la Sopraintendenza è necessario che si verifichi una situazione di somma urgenza e, in questo momento, non possiamo essere in grado di stabilirne con certezza la sussistenza poiché nessuno è salito sulla cupola della chiesa di Rotonda. D’altronde, nemmeno i vigili del fuoco lo hanno fatto e infatti nel verbale avevano scritto di non disporre dei mezzi per accedervi in sicurezza».
Così Francesco Fittipaldi, geometra della Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, che si era recato a Rotonda per un sopralluogo già nello scorso novembre, ci ha spiegato in base a quale condizione l’ente, per il quale presta servizio, possa chiedere lo stanziamento dei fondi al Ministero per sistemare il problema.
La vicenda si trascina da tempo e riguarda i danni al rivestimento della cupola del presbitero della centralissima Chiesa Madre di Rotonda: che risale alla prima metà del diciottesimo secolo ed è già stata oggetto di restauro.
Quindi la questione è strettamente di carattere burocratico poiché, affinché intervenga la Soprintendenza, è necessario si verifichi un pericolo imminente che, finora, in riferimento alla lamiera, non è possibile riscontrare in quanto i diversi sopralluoghi effettuati sono avvenuti a distanza senza salire sulla imponente cupola.
Lo scorso 30 settembre il parroco, Don Stefano Nicolao, aveva inviato una missiva al Comune di Rotonda, alla stessa Sopraintendenza ed ai Vigili del Fuoco, per segnalare, si legge, come «il maltempo» avesse provocato «il distacco di un pannello metallico della copertura» rimasto «pericolosamente in bilico», con «forte probabilità di caduta» che «potrebbe interessare le strade e la pubblica piazza sottostante», e conseguenti «infiltrazioni di acqua e umidità all’interno della chiesa».
Don Nicolao aveva espressamente parlato di «pericolo incombente», preoccupazione confermata poi dai vigili del fuoco. Due giorni dopo, infatti, i vigili del fuoco del Comando Provinciale di Potenza effettuarono un sopralluogo, senza appunto poter fare nulla per «l’impossibilità di intervenire in sicurezza».
Ma nel verbale evidenziarono l’opportunità di «interdire l’accesso» a un vicolo privato e di «monitorare il fenomeno al fine di valutare, nel caso di maggiori distacchi delle lamiere, la definizione di una zona rossa» da vietare «in caso di avverse condizioni atmosferiche».
Nel frattempo, l’Ufficio Tecnico Comunale ha provato a sollecitare diverse istituzioni ma senza ottenere riscontri positivi. Poche settimane fa, con noi, il sacerdote rotondese aveva invocato l’intervento della Soprintendenza e precisato come si tratti «di una manutenzione straordinaria che necessita di esperti».
Inoltre, nello scorso mese di giugno, un cittadino aveva scritto al Comune, all’Ufficio Nazionale per i beni ecclesiastici e al vescovo, per un’altra «possibile situazione di pericolo per la caduta di calcinacci su Corso Garibaldi» dalla torre dell’orologio della stessa chiesa.
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