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Il centro oli di Viggiano

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CAPIAMOCI subito: il petrolio è una risorsa importante per la Basilicata, garantisce posti di lavoro, soldi per la Regione, tiene in piedi l’università , ha consentito con le royalty di distribuire milioni di euro, non sempre spesi con intelligenza.

Il problema è che questa ricchezza naturale va gestita, tenendo sempre al primo posto la salute e l’integrità dei cittadini. Senza estremismi e preclusioni fanatiche, è possibile trovare un equilibrio tra petrolio, occupazione, salute e ambiente. Non è facile, non è semplice ma è un obiettivo da rincorrere ogni giorno, con grande impegno di tutti.

Per fare questo c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte con onestà, trasparenza e coerenza. Senza mentire, senza barare, senza doppie verità. Con la mente concentrata a garantire salute e sviluppo e non a studiare modi per imbrogliare i lucani, con propagande e discorsi fumosi, lontani dalla realtà. Petrolio, occupazione, salute e ambiente sono una grande scommessa che una piccola regione come la Basilicata deve vincere, senza tradire la fiducia e le speranze dei lucani. Senza che diventi un pretesto per battaglie elettorali. Altrimenti tutto va in malora: basta una sola componente non all’altezza per trasformare un’opportunità in tragedia; una soluzione in un problema. Invece in questi anni, nessuno è stato all’altezza della situazione. A cominciare dall’Eni, per finire alla classe dirigente lucana impegnata più a mettere le mani sui soldi delle royalty e a rifilare ai cittadini slogan e discorsi fumosi. Soprattutto la politica ha grosse responsabilità: ilcontrollo della salute dei lucani doveva essere il principale obiettivo appena riempito il primo barile di greggio.

Sono passati decenni e la Basilicata non ha ancora sviluppato una rete credibile di controlli sul più grosso giacimento d’Europa sulla terraferma. E’ stato perso tempo prezioso, non si è stati capaci di sviluppare e far crescere una classe di esperti locali in grado di monitorare in modo autonomo i rischi e le insidie della lavorazione degli idrocarburi. Il risultato è che oggi nessuno ci capisce più niente, con gli studi sulle malattie che si rincorrono senza mai arrivare a una sintesi condivisibile. Non entriamo nel merito della ricerca epidemiologica, di cui abbiamo anticipato ieri le prime conclusioni. Conclusioni inquietanti, sulle quali bisogna riflettere, capire. Senza lasciarsi tentare dalla voglia di insabbiare tutto o di arrivare a regolamenti di conti finali. Le guerre di religione non servono a niente.

Bisogna invece sforzarsi di ragionare e spiegare. Noi ci siamo limitati a riportare una notizia, in modo corretto e documentato. Non siamo esperti o specialisti, non siamo in grado di confermare o meno la pericolosità per la salute dei fumi. Ma il prestigio e l’autorevolezza degli autori dell’indagine meritano rispetto massimo e attenzione. Bisogna stare ai fatti, con l’occhio sempre attento alla salute dei lucani. La cosa più importante. Ma questa storia lascia aperti tanti interrogativi (ne parliamo a pagina 6). Il silenzio con cui il Pd l’ha vissuta non è accettabile per un partito che ha la responsabilità della guida politico-amministrativa di mezzo milione di persone. Inutile girarci attorno. Tante cose non tornano. Troppe.

Ci sono domande che meritano risposte. Subito. Senza giochi di prestigio o trucchetti da propaganda. Il presidente Pittella ha ingaggiato nei mesi scorsi un braccio di ferro con l’Eni. Un caso unico, rispetto all’atteggiamento remissivo dei suoi precedessori. E’ arrivato anche a chiuderlo il Centro Olio, dimostrando fermezza e coraggio.

Domanda: sapeva dei risultati dello studio, visto che i comuni conoscevano l’esito da giugno scorso? Perché non è intervenuto al momento della riapertura dell’impianto? E se invece non sapeva, chi si è presa la responsabilità di questa omissione? Perché non è stata informata la massima carica politica della regione proprio mentre era in atto una sfida senza precedenti con l’Eni? Mai come oggi c’è bisogno di chiarezza. Dalla Val d’Agri va soprattutto estratta la verità sulla salute dei cittadini. I giochetti, le smanie, le ambizioni di certi personaggi politici sono miserie umane davanti a questa enorme vicenda. Petrolio-occupazione-salute-ambiente possono ancora stare insieme. Come avviene in altre zone dell’Europa. Ma bisogna esseri seri. Tutti.

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