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Sanità lucana, via libera alla norma salva-privati Il governo non impugna la legge regionale sui fondi per le prestazioni extra-tetti di spesa del 2023
POTENZA – Il governo non impugnerà le leggi regionali approvate il 15 novembre per remunerare le prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate dalle strutture sanitarie private accreditate col sistema sanitario lucano, nell’ultimo trimestre del 2023 sforando i tetti di spesa assegnati a ognuna di loro.
La decisione è arrivata nella seduta del Consiglio dei ministri di martedì e rappresenta una boccata d’ossigeno per le strutture che da due anni a questa parte chiedevano un incremento dei fondi a disposizione per remunerare le prestazioni erogate in regime di convenzione, a chi non sarebbe in grado di accedervi privatamente, pagando la tariffa piena. Arrivando anche a manifestazioni di protesta eclatanti come quella di gennaio, quando hanno iniziato a rifiutare l’erogazione di prestazioni in convenzione intasando le strutture pubbliche di una montagna di richieste per analisi del sangue e tutte quelle attività che vengono correntemente smaltite dai privati.
Sullo sfondo, infatti, resta il tema del “buco” apertosi per le prestazioni extra erogate nel 2022, per le quali la Ragioneria dello Stato aveva bocciato lo stanziamento di 4milioni di euro aggiuntivi previsti dalla legge di stabilità regionale approvata agli inizi di giugno. Una bocciatura senza appello, motivata con la violazione della normativa statale che «non consente la remunerazione delle prestazioni che eccedono il tetto di spesa, in quanto la funzionalità del sistema di programmazione della spesa sanitaria presuppone il rispetto dei limiti di spesa stabiliti». Di qui l’ulteriore intervento legislativo del 15 novembre, che ha innalzato proprio «i limiti di spesa stabiliti» per l’ultimo trimestre del 2023.
La norma che è appena passata indenne al vaglio di Palazzo Chigi, prevede che «al fine di garantire ulteriori prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale alla popolazione residente in Basilicata e di ridurre le liste di attesa, nel rispetto del relativo piano operativo regionale e fermo restando il tetto di spesa complessivo previsto per l’assistenza sanitaria da privato accreditato, le aziende sanitarie locali sono autorizzate ad utilizzare le economie rivenienti dall’assistenza ospedaliera per acuti da privato accreditato per la remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate nell’ultimo quadrimestre dell’anno 2023, in incremento rispetto alle risorse mensili assegnate».
Per retribuire le prestazioni in questione, quindi, si attingerà al budget di circa 6 milioni di euro che è rimasto inutilizzato in seguito alla chiusura dell’ultima clinica privata convenzionata rimasta in Regione, la Luccioni di Potenza, e in attesa dell’apertura della nuova clinica in costruzione nel complesso sanitario del Don Uva, sempre a Potenza. Pertanto la norma, che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale: «non comporta aumento della spesa regionale destinata all’assistenza sanitaria da privato accreditato e contrattualizzato per la specialistica ambulatoriale e l’ospedaliera per acuti, in quanto la stessa norma prevede il limite generale dell’invarianza del tetto di spesa complessivo per la sanità privata accreditata».
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