Un'aula vuota
3 minuti per la letturaPOTENZA – Non solo 4 micro zone rosse fino al 21 marzo attorno ai comuni lucani dove il rischio sanitario maggiore: Francavilla in Sinni, Latronico, Montescaglioso e Senise. Ma anche un’ordinanza di chiusura delle scuole su tutto il territorio regionale fino al 27 marzo. Con la sola eccezione degli asili nido, dopo gli appelli di Cisl e Fp Cgil per l’estensione della chiusura alle materne.
E’ quanto disposto ieri sera dal governatore Vito Bardi dopo un’altra giornata di riflessioni con l’unità di crisi anti virus della Regione in vista del passaggio, a partire dalla giornata odierna, dalle restrizioni della zona rossa, in vigore dal 1 marzo, a quelle più blande della zona arancione.
La decisione del generale è arrivata, un po’ a sorpresa, sovvertendo l’orientamento che pareva prevalente fino a domenica sera. Vale a dire l’istituzione di micro zone rosse nei centri a rischio maggiore, dove oltre alle scuole resteranno chiuse anche tutte le attività economiche non essenziali e non si potrà circolare liberamente nemmeno all’interno del territorio comunale.
Affianco alle micro zone rosse, infatti, da questa mattina dovrebbe entrare in vigore il divieto di didattica in classe su tutto il territorio regionale. Nonostante le pomiche e i rilievi che il Tar Basilicata mosse a questo tipo di provvedimenti generalizzati a dicembre. Mentre altri 5 comuni, Grottole, Moliterno, Stigliano, Tursi e Rionero, resteranno osservati speciali in attesa di capire l’opportunità dell’istituzione di qualche micro zona rossa aggiuntiva.
In una nota diffusa ieri in serata dalla Regione, il cambio di orientamento effettuato è stato motivato con «la preoccupazione per la curva dei dati e per le tendenze incrementali di positivi e ricoveri», emersa verso ora di pranzo durante un’ultima riunione dell’unità di crisi antivirus. «Nonostante il tasso di riempimento delle terapie intensive sia nettamente migliore della media nazionale».
Come già evidenziato nell’edizione di ieri del Quotidiano del Sud, infatti, è ormai vicino il record assoluto di ricoveri ospedalieri per pazienti covid 19 dall’inizio della pandemia. Basti pensare che secondo l’ultimo bollettino epidemiologico di via Verrastro in 24 ore sono saliti da 160 a 174, 50 in più rispetto alla scorsa settimana. Oggi stesso, quindi, potrebbe essere superata la soglia dei 184 fissata agli inizi di dicembre, durante il picco della seconda ondata epidemica.
Nella nota diffusa dalla Regione si aggiunge che le misure adottate si innesteranno «in un cronoprogramma della campagna vaccinale che prevede la vaccinazione di tutto il personale scolastico entro Pasqua». Non è esclusa, quindi, una proroga anche per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile.
«Il momento è delicato, l’Agenzia italiana del farmaco ha appena predisposto il blocco di Astrazeneca in tutta Italia e non abbiamo ancora la dotazione di vaccini necessaria. Per questo motivo, sarà disposta la chiusura di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado». Così il governatore Bardi ha commentato la decisione assunta.
Evidentemente compiaciuto il segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella, che ha salutato i primi raggi di luce per l’«economia e i servizi del territorio» dopo il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione. Ma ha anche invitato a tenere alta la guardia sulla «situazione dei contagi nelle fasce dei più giovani o giovanissimi della popolazione lucana»
Ha evidenziato i «disagi per le famiglie e la comunità studentesca tutta», invece, la Rete degli Studenti Medi di Basilicata, rimproverando i ritardi nell’adozione dei provvedimenti in questione.
«Non è il tempo delle decisioni unilaterali». Così gli studenti medi in un comunicato inviato dopo l’annuncio delle nuove chiusura. «Per assicurare un rientro a scuola per lo meno parziale per tutte le studentesse e gli studenti, è necessario prendere delle decisioni volte al controllo e alla prevenzione di possibili focolai scolastici che ostacolano la didattica in presenza».
La Rete degli studenti medi ha quindi “sfidato” il governo regionale a «dimostrare la capacità, per ora mancata, di pianificare con cura una strategia “ordinaria” al contrasto della pandemia, concretizzando valide campagne di vaccinazione per il personale scolastico, di screening per la comunità studentesca e di individuazione di ulteriori spazi per garantire la sicurezza nelle aule».
Nel bollettino epidemiologico di ieri sono stati segnalati 66 nuovi contagi tra i residenti in regione contro 37 guariti, che hanno fatto salire i numero dei lucani tuttora positivi al covid 19 a 3.898.
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