Il governatore Vito Bardi
2 minuti per la letturaIL GOVERNATORE Vito Bardi ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a disporre la chiusura delle scuole in Basilicata fino al 3 dicembre.
«La decisione, in questo momento necessaria, di prevedere qualche giorno di didattica a distanza per le scuole primarie e secondarie di primo grado, servirà a diminuire la diffusione del virus e la conseguente pressione sulle strutture ospedaliere lucane», afferma Bardi.
«Se da un lato è acclarato che, in caso di positività al Covid-19, in età pediatrica esiste una ridotta propensione a sviluppare sintomi della malattia, dall’altro è scientificamente provato che nei soggetti più piccoli la carica virale è uguale, talvolta superiore, a quella degli adulti. E questo binomio, assenza di sintomatologia e possibilità di infettare persone più deboli, soprattutto fuori dall’ambiente scolastico, rischia di far crescere ulteriormente la curva dei contagi. E non possiamo permettercelo», aggiunge Bardi.
Quest’ultimo punta il dito contro il consistente aumento dei contagi nel periodo successivo alla riapertura delle scuole in Basilicata.
«Sulla base del monitoraggio condotto dalla task force regionale nel periodo che va dal 24 settembre, ovvero dall’avvio delle attività scolastiche, fino allo scorso 12 novembre, abbiamo registrato incrementi percentuali significativi di casi positivi: del 261,90 per cento per le fasce di età della scuola primaria, del 173,17 per cento per quelle della secondaria di I grado e del 237,14 per cento per quelle della secondaria di II grado», evidenzia il presidente della Regione.
«Numeri che sono in linea – spiega il governatore – con l’aumento dei contagi tra i soggetti adulti e che contribuiscono a consegnare alla Basilicata un indice Rt pari a 1,63 nella settimana che va dal 2 all’8 novembre, con la conseguenza che la classificazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità colloca il nostro territorio in uno scenario compatibile con il 3 e tendente al 4, ossia quello a rischio molto alto».
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