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Il governatore lucano Vito Bardi

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POTENZA – L’invito a «coordinare qualsiasi tipo di intervento rivolto verso la pubblica opinione» va esteso all’intera assise regionale e non solo ai consiglieri di centrodestra. Nonostante nel testo diffuso si faccia riferimento alla necessità che: «l’azione politica della maggioranza di governo sia unita e coesa». Stesso discorso per i 131 sindaci lucani, già indispettiti per la scarsa considerazione da parte della Regione, con un monito rispetto alla divulgazione di dati coperti dalla legge sulla privacy, e una comunicazione che «crea allarme e panico nelle popolazioni».
Lo ha voluto precisare, ieri, il governatore Vito Bardi, all’indomani dell’anniversario della storica vittoria alle elezioni regionali del 24 marzo del 2019, che lo portarono alla guida della Regione. Primo presidente di estrazione diversa dalla tradizione del centrosinistra lucano.
Bardi ha voluto chiarire con una prima nota il senso di quella inviata martedì ai consiglieri regionali, parsa come un tentativo di mettere la sordina ai suoi, dopo la polemica con i medici di base accesa dall’assessore regionale alla Salute Rocco Leone.
«E’ mia intenzione proseguire in questo particolare e delicato momento in una politica di coesione e unità che deve vedere tutte le espressioni della comunità lucana coinvolte». Così il governatore, che ha definito la nomina nell’unità di crisi istituita ai vertici della Regione di Carlo Trerotola, eletto consigliere regionale dopo la sconfitta nella corsa come governatore del centrosinistra, quale «frutto di un’intesa che si è sviluppata in Consiglio regionale, proprio su richiesta delle opposizioni».
In linea con questo nuovo spirito consociativo dell’amministrazione, il generale ha voluto rassicurare che a breve verranno soddisfatti quanti, come il suo predecessore Marcello Pittella, nei giorni scorsi avevano chiesto un incontro con l’assessore alla Salute Rocco Leone e il capo della task force regionale incaricata della gestione della crisi sanitaria, Ernesto Esposito.
Se l’appello del generale per il coordinamento delle dichiarazioni pubbliche verrà accolto dalla minoranza, naturalmente, si capirà soltanto nei prossimi giorni. Specie se dovessero ripetersi episodi come il brusco stop nell’esame dei tamponi dei casi sospetti di Covid 19 avvenuto tra lunedì e martedì, per l’esaurimento dei reagenti, o aumenteranno le denunce dei cittadini che da giorni attendono di essere sottoposti al test e poi di conoscerne gli esiti.
Di certo, ieri pomeriggio, si è notevolmente ridotta l’esposizione di diversi primi cittadini, a cui pure Bardi si è rivolto, ieri, con una seconda lettera. E in toni quasi minacciosi dopo le proteste per le mancate comunicazioni dalla task force regionale sui casi registrati nei singoli paesi e l’assenza di linee guida operative.
«Astenersi in via categorica da eventuali dichiarazioni pubbliche, o mediante social». Questo l’invito del governatore, che ha ricordato l’esistenza di leggi a tutela della privacy dei pazienti.
Ieri, sulla gestione della crisi, va comunque registrato un intervento di Luca Braia (Iv) che ha proprosto di «dematerializzare dove possibile» le ricette dei farmaci salvavita che devono essere necessariamente prescritti dai medici di base. Per evitare contatti inutili tra loro e i pazienti.
Sulla polemica tra l’assessore Leone e i medici di base, accusati di aver «deposto le armi» per paura del Covid 19, sono intervenuti, invece, la segretaria Fp Cgil Potenza – Medicina generale, Maria Teresa Bochicchio, e i Giovani democratici.
«Non chiediamo scuse – ha dichiarato Bochicchio, ma azioni concrete e reali volte alla tutela dei lavoratori con adeguati dispositivi di protezione individuali».
«Improvvide dichiarazioni», aggiungono i Giovani dem.
l.a.

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Eugenio Furia

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