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Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi

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L’opposizione chiede chiarimenti al presidente della Giunta della Basilicata Vito Bardi riguardo le nomine dei dirigenti regionali: «Perché non si è fatto ricorso a professionalità interne?»


POTENZA – «Le nomine dei dirigenti generali effettuate dalla giunta regionale lo scorso 14 agosto presentano diverse criticità e perplessità che ci hanno indotto a chiedere, per il tramite della Prima commissione consiliare, chiarimenti alla giunta ai sensi dell’articolo 47 dello Statuto regionale». È quanto dichiarato ieri in una nota dai consiglieri regionali di minoranza Alessia Araneo (M5s), Antonio Bochicchio (Psi), Angelo Chiorazzo (Bacc), Roberto Cifarelli (Pd), Piero Lacorazza (Pd), Piero Marrese (Pd), Viviana Verri (M5s) e Giovanni Vizziello (Bacc).

«Non convincono infatti – proseguono gli 8 consiglieri – le circostanze per cui, tanto la direttiva per la costituzione di “un elenco di candidati da cui attingere per il conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale generale della giunta” approvato dalla giunta con delibera numero 387 lo scorso 11 luglio, quanto l’avviso pubblico per la manifestazione di interesse a ricoprire gli otto incarichi di dirigente generale non avevano previsto alcuno specifico requisito. Introducendo in modo contraddittorio il concetto di “fiduciarietà” dell’incarico. Tanto che le nomine sono effettuate tutte “intuitu personae”. Modalità riferibile allo staff del presidente e non già a chi deve rivestire ruoli di gestione, che invece devono essere ben distinti da quelli di diretta collaborazione dell’organo di direzione politica».

«Inoltre – aggiungono ancora Araneo, Bochicchio, Chiorazzo, Cifarelli, Lacorazza, Marrese, Verri e Vizziello – non sembrerebbe rispettato il dettato dell’articolo 2 comma 8 della legge regionale numero 31/2010, laddove prevede la necessità di determinare “i criteri per lo svolgimento della selezione, i titoli valutabili ed i punteggi da attribuire agli stessi, in modo da garantire il rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza”».

NOMINE DIRIGENTI REGIONALI IN BASILICATA: I RILIEVI DELLA MINORANZA

I consiglieri di minoranza elencano una serie di rilievi esposti in commissione. Come «la circostanza che l’elenco dei partecipanti all’avviso è stato approvato dalla giunta in modo postumo, dopo 13 giorni dalla nomina dei dirigenti generali». E poi l’«eventuale superamento dei limiti percentuali per l’assunzione di dirigenti estranei ai ruoli».

«Nella delibera di conferimento degli incarichi di dirigenza generale – sottolineano ancora – è mancata addirittura la fase di asserzione e conseguente verifica della pretesa carenza di professionalità interne. Detto altrimenti, l’attribuzione dell’incarico di dirigente generale a persone estranee alla dirigenza regionale di ruolo può avvenire solamente all’esito della consumazione del “percorso logico che parte, ovviamente, dall’individuazione della posizione da ricoprire [e] deve inderogabilmente proseguire verso la funzionale ricerca, “all’interno” dell’amministrazione, di professionalità idonee allo scopo, per poi eventualmente varcare la soglia della porta – che si apre nel solo caso in cui tale ricerca abbia dato esito negativo – che conduce alla ricerca, questa volta “all’esterno” dell’amministrazione, del soggetto idoneo in possesso dei requisiti previsti”.»

LE CENSURE DELLA CORTE DEI CONTI REGIONALE

Gli 8 consiglieri ricordano che «la locale Corte dei conti nei giudizi di parifica dei rendiconti della Regione dal 2019 a quello del 2022 ha sempre censurato le nomine dei direttori generali estranei ai ruoli della dirigenza regionale, senza il preventivo accertamento delle professionalità interne».
Il governatore Vito Bardi e la sua vecchia giunta, inoltre erano stati già ammoniti «per le nomine dei tre dirigenti generali effettuate nel 2021», con l’avvertimento «che ulteriori nomine di dirigenti esterni ad esito di procedimenti difformi rispetto a quanto voluto dalla legge, regionale e statale, dovrebbero essere traguardate con diverso e più rigoroso scrutinio dell’atteggiamento psicologico degli agenti, essendo stata chiarita oltre ogni ragionevole dubbio quantomeno la necessità di procedere a previa verifica del ruolo dirigenziale dell’Ente, la cui mancanza qui si è contestata».

I consiglieri di minoranza non hanno mancato di rilevare l’assenza di donne tra i neo-direttori generali «in violazione delle politiche di genere e delle pari opportunità, oltre che in violazione con il Piano delle azioni positive e con il Piano uguaglianza di genere, quest’ultimo approvato con delibera della giunta regionale del 13 agosto 2024, numero 485, che mira a contrastare le asimmetrie di genere nei percorsi di carriera e nei ruoli apicali».

«Infine – concludono Araneo, Bochicchio, Chiorazzo, Cifarelli, Lacorazza, Marrese, Verri e Vizziello – parrebbe risultare illegittima la proroga dell’incarico di direzione generale alla Programmazione e la gestione delle risorse strumentali e finanziarie. Tutte queste perplessità ci hanno indotto a chiedere spiegazioni sull’operato della giunta con l’intento di evitare illegittimità, ulteriori censure da parte della Corte dei Conti di Basilicata e dunque spese a danno del bilancio della Regione».

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