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Preoccupazioni al Consiglio della Regione Basilicata: dopo il voto sull’autonomia differenziata si teme per la tenuta della maggioranza al ritorno dalla pausa estiva


POTENZA -A due mesi la proclamazione si sono già visti i primi distinguo in Consiglio regionale sull’autonomia differenziata. Cosa aspettarsi, allora, al ritorno dalla pausa estiva, quando emergeranno limiti e debolezze reali del centrodestra allargato su cui si regge l’amministrazione regionale guidata da Vito Bardi?

E’ questo il dilemma agostano consegnato ai lucani dagli inquilini dei palazzi di via Verrastro. Dopo la nervosa seduta di venerdì del consiglio regionale. Con l’astensione dei calendiani Marcello Pittella e Nicola Morea dalla mozione proposta dalla maggioranza, per la costituzione di gruppi di lavoro per approfondire le opportunità della riforma Calderoli. E lo sventato pericolo per Bardi rispetto all’altra, originaria mozione presentata dall’opposizione per costringerlo a fare dietrofront sul suo sì alla riforma. Grazie, ancora una volta, all’astensione di Pittella e Morea e all’assenza del renziano Mario Polese, che coi loro tre voti avrebbero potuto sovvertire i rapporti di forza in aula.

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Diverse le prove che la maggioranza dovrà superare da settembre in poi. Anche se già nei prossimi giorni ci sarà da comporre un delicato equilibrio di competenze e appartenenze nella nomina dei direttori generali chiamati ad affiancare i 5 assessori in carica.
Nella discussione seguita alla relazione programmatica di Bardi al parlamentino lucano è stato menzionato più volte il nuovo piano sanitario regionale, su cui andrebbe modellata la riorganizzazione di tutto il sistema dell’assistenza territoriale e ospedaliera.

Ma tra le criticità delle infrastrutture idriche e il dissesto idrogeologico, senza dimenticare i problemi dell’agricoltura e il petrolio, sono tanti i dossier che potrebbero rivelarsi forieri di tensioni interne al centrodestra allargato agli ex terzopolisti.
Nel centrosinistra, poi, c’è già chi parla apertamente della possibilità di elezioni anticipate in regione. Come conseguenza di possibili elezioni anticipate a livello nazionale.

Se a Roma è iniziato il riavvicinamento tra Azione e Italia viva al centrosinistra a guida Shlein-Conte, infatti, in molti scommettono che l’«esperimento», o l’«anomalia» lucana possa avere vita breve.
Sotto osservazione ci sono, in particolare, le mosse dell’ex governatore e attuale presidente del Consiglio regionale Marcello Pittella, che in caso di elezioni politiche anticipate, da candidato più votato in Italia nelle liste di Azione alle europee, pare destinato a una nuova candidatura per il Parlamento.
In teoria, quand’anche dovesse concretizzarsi questa possibilità e il suo nome dovesse essere indicato in una lista coalizzata con Pd e M5s, la maggioranza regionale potrebbe continuare ad andare avanti contando sulla “doppia fedeltà” del presidente del Consiglio. Sempre che non scatti il seggio e gli subentri tra i banchi del parlamentino lucano la prima dei non eletti di Azione in provincia di Potenza, la marateota Anna Laino.

Da capire, però, ci sarebbero le intenzioni di Shlein e Conte rispetto al ritorno dei figlioli prodighi Calenda e Renzi nel loro “fronte progressista”. Se acconsentiranno ad alleanze variabili tra Roma e i territori, o pretenderanno una scelta di campo netta e irrevocabile. In quest’ultima eventualità, infatti, è chiaro la maggioranza di Bardi, in Basilicata, potrebbe non esserci più, con appena 9 voti a disposizione in Consiglio regionale su 21. Sempre che gli storici partiti della coalizione di centrodestra non riescano a convincere Pittella, Morea e Polese ad abbandonare Calenda, Renzi e i loro nuovi alleati Schlein e Conte, per Meloni, Tajani e Salvini.

«In Basilicata l’Autonomia differenziata affonda la maggioranza di Bardi. Ieri in Consiglio regionale l’armata Brancaleone eterodiretta da Roma non ha raggiunto i voti per approvare la sua mozione pro Calderoli. La legge “spacca Italia” ha mandato in frantumi la maggioranza in Regione».
Così ieri in una nota il deputato democratico Enzo Amendola, napoletano ma eletto in Basilicata.
«Il Pd lucano con il capogruppo Lacorazza e i suoi consiglieri regionali Marrese e Cifarelli – ha aggiunto Amendola – , ha posto come primo atto del consiglio (…) la richiesta di referendum contro l’autonomia. Il centrodestra, di risposta, ha reso evidenti le sue divisioni e ha presentato una mozione pro autonomia differenziata, che non è stata però supportata dalla maggioranza. Una crepa interna evidente, che ci spinge a continuare sempre più forte la nostra battaglia contro questa legge divisiva e dannosa per il Mezzogiorno».
Ottimista per le crepe apparse nel centrodestra allargato lucano anche Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne nella segreteria nazionale Pd.

«In Basilicata l’autonomia differenziata ha già spaccato la destra». Ha dichiararato Sarracino su “X”. «In Consiglio regionale, nella guerra dei veti incrociati, la maggioranza non è riuscita ad approvare la sua mozione. Una prova evidente che a tenerli insieme è sempre e solo il potere».

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