3 minuti per la lettura
Al via la selezione lampo per le nomine di direttore generale alla Regione Basilicata. Aperte le candidature per l’iscrizione all’albo da dove Bardi pescherà i nuovi dg
POTENZA – E’ una selezione lampo quella avviata giovedì nella prima seduta della nuova giunta regionale. Per la scelta dei nuovi direttori generali dei vari dipartimenti di via Verrastro.
Pubblicato non più di ventiquattro ore dopo, infatti, l’avviso pubblico dell’ufficio personale della Regione per la composizione del nuovo albo degli aspiranti direttori generali. Vale a dire l’elenco di aspiranti all’incarico, da cui il governatore Vito Bardi dovrebbe pescare i profili da sottoporre ai suoi assessori per l’approvazione finale.
Con la pubblicazione sul portale della regione e sul “Portale unico del reclutamento” del governo, www.inpa.gov.it, hanno iniziato a decorrere anche i 10 giorni di tempo concessi per la presentazione delle candidature.
Per partecipare alla selezione, quindi, resta non più di una settimana. Poi si procederà con l’esame dei profili di chi si è fatto trovare pronto all’appuntamento. Nonostante le pochissime informazioni fornite al riguardo dai vertici regionali.
La pubblicazione dell’avviso pubblico era stata delegata all’ufficio personale con l’approvazione da parte di Bardi e dei suoi assessori, giovedì, della “Direttiva per il conferimento degli incarichi di direttore generale della giunta regionale”. Un evidente compromesso, la scelta di istituire un albo degli idonei, dopo mesi di trattative tra il governatore e i partiti della sua maggioranza per archiviare la stagione dei “pieni poteri” rivendicati da Bardi all’inizio della scorsa legislatura. A partire proprio dalle nomine dei direttori generali, che a lungo hanno rappresentato il suo braccio operativo. Rispondendo a lui, che li aveva nominati, e scavalcando spesso e volentieri gli assessori posti alla guida dei vari dipartimenti.
Nella direttiva si evidenzia che nelle nomine si terrà «comunque conto del ruolo apicale e della posizione fiduciaria dei direttori generali rispetto all’organo politico». Resteranno «esclusi» dall’applicazione della direttiva, inoltre: «gli incarichi di responsabili degli uffici di diretta collaborazione del presidente della giunta regionale».
Sempre nella direttiva vengono indicati anche i requisiti professionali richiesti per i nuovi dg.
Per la legittimità della nomina, in particolare, dovranno essere dirigenti di ruolo della Regione o di altre amministrazioni pubbliche, o privati «di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile nei ruoli dirigenziali dell’amministrazione regionale».
Questi ultimi, però, dovranno dimostrare di «aver svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali». O di aver «conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate da almeno un quinquennio, anche presso altre amministrazioni pubbliche, in posizioni funzionali per l’accesso alla dirigenza». O di provenire «dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato».
La direttiva prevede, all’articolo 9, che la proposta di nomina di uno degli aspiranti inseriti nell’elenco resti di competenza del governatore.
All’articolo 8, però, è aggiunto un ulteriore passaggio intermedio in giunta, «al fine di verificare la coerenza dei profili curriculari presentati e delle esperienze maturate rispetto alle funzioni dell’incarico da conferire».
Bardi e i suoi assessori, insomma, esamineranno assieme le candidature sulla base di una serie di parametri oggettivi come esperienza, competenza, e docenze.
«La proposta di conferimento di ciascun incarico – si legge ancora nella direttiva – è motivatamente formulata dal presidente della giunta, per le posizioni di direzione generale istituite nell’ordinamento amministrativo, tra i candidati inseriti nell’Elenco (…), ferma la necessaria ricorrenza del rapporto fiduciario. Il presidente della giunta può svolgere, prima di formulare la proposta di conferimento, uno o più colloqui conoscitivi con uno o più candidati tra quelli presenti nell’Elenco».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA