Il vecchio consiglio regionale
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 LA CORTE DEI CONTI SALVA LA LEGA LUCANA. RISCHIA DI PIU’ L’EX CAPOGRUPPO FDI, COVIELLO
- 2 FUORI DALLE INDAGINI LA LEGA LUCANA, PER LA CORTE DEI CONTI IRREGOLARITA’ ANCHE PER IL CAPOGRUPPO DEL GRUPPO MISTO, GIORGETTI
- 3 NON SI SALVANO DAI CONTROLLI NEPPURE L’EX CAPOGRUPPO FI, PIRO E L’EX CAPOGRUPPO M5S, LEGGIERI
- 4 ANCHE L’EX CONSIGLIERE REGIONALE ZULLIUNO DOVRA’ FORNIRE CHIARIMENTI
Segnalate irregolarità nei rendiconti finali dei gruppi della vecchia consiliatura regionale: la Corte dei conti salva solo la Lega lucana
POTENZA – E’ quello della Lega l’unico gruppo del vecchio consiglio regionale uscito indenne dalle verifiche finali sulla gestione delle risorse a disposizione per l’attività politica.
Nei giorni scorsi la sezione di controllo della Corte dei conti della Basilicata, presieduta da Giuseppe Tagliamonte, ha depositato le delibere con l’esito dei controlli effettuati in base alle linee guida approvate tra il 2012 e il 2013. In risposta agli scandali esplosi in mezza Italia per la gestione dei rimborsi per le spese di mandato riconosciuti a consiglieri e assessori regionali.
Trattandosi di rendiconti finali, in caso di mancata regolarizzazione non è previsto il blocco dell’erogazione dei fondi per l’anno successivo, come avviene di solito. Ma resta fermo l’obbligo di restituzione alle casse del Consiglio comunale delle somme ricevute e non rendicontate. Obbligo che si estende anche ai casi di ritardo nella trasmissione dei rendiconti e di dichiarazione di non regolarità.
LA CORTE DEI CONTI SALVA LA LEGA LUCANA. RISCHIA DI PIU’ L’EX CAPOGRUPPO FDI, COVIELLO
A rischiare più di tutti è l’ormai ex capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Tommaso Coviello.
I meloniani, infatti, oltre ad avere il gruppo consiliare più numeroso, quindi più fondi a disposizione, si sono visti contestare un elenco di irregolarità senza pari.
Nei prossimi giorni, infatti, dovranno trasmettere una serie di documentazione a chiarimento dell’impiego dei fondi a disposizione.
In particolare: una copia del rendiconto sottoscritta dal presidente del gruppo; la dichiarazione di conformità agli originali dei documenti trasmessi; la dichiarazione che i versamenti eseguiti con modello F24 si riferiscono al personale attestato al gruppo; le dichiarazioni «complete di selezione e valutazione dei collaboratori, delle mansioni dagli stessi espletate e della congruità dei compensi erogati».
Stando ai giudici contabili, infatti, le dichiarazioni trasmesse risulterebbero riferite a 15 collaboratori, mentre da altra documentazione trasmessa risulterebbe anche un sedicesimo collaboratore autonomo, «per il quale non è stata resa alcuna delle suddette dichiarazioni».
Altri documenti richiesti sono la «dichiarazione di mancato acquisto e/o utilizzo di beni durevoli, essendo stato trasmesso soltanto un inventario degli stessi»; e «contratto, fatture, ricevute di pagamento, relazione sull’attività svolta» relativa agli incarichi conferiti a due dipendenti, più il contratto di collaborazione con un terzo dipendente «per il periodo 01 gennaio 2024 – 30 aprile 2024 o la eventuale proroga di quello scaduto in data 31 dicembre 2023».
FUORI DALLE INDAGINI LA LEGA LUCANA, PER LA CORTE DEI CONTI IRREGOLARITA’ ANCHE PER IL CAPOGRUPPO DEL GRUPPO MISTO, GIORGETTI
Al capogruppo del Gruppo Misto, l’ex M5s Gino Giorgetti, la Corte dei conti ha chiesto, tra l’altro, di produrre una dichiarazione sul mancato utilizzo dei fondi a disposizione per finanziare movimenti o partiti politici.
La sezione di controllo ha preso di mira anche il governatore rieletto, Vito Bardi, in quanto presidente del gruppo Basilicata positiva, per non aver trasmesso un rendiconto «completo in tutte le sue voci atteso che in quello trasmesso non risultano indicate le singole spese di funzionamento ma soltanto le “Uscite Funzionamento” e il “Saldo Funzionamento”». Inoltre mancherebbero informazioni su un collaboratore e un consulente.
Diverse le contestazioni, poi, al gruppo del Partito democratico, che sul finale della scorsa legislatura comprendeva il solo consigliere Roberto Cifarelli, appena rieletto.
Spetterà a lu, quindi, trasmettere «buste paga, autorizzazioni alla spesa, modelli F24 relativi ai compensi corrisposti nei mesi di gennaio e febbraio 2024» un collaboratore e una relazione «sull’attività effettivamente svolta dal medesimo». Più «fattura e quietanza di pagamento dell’importo di euro 150,00 corrisposto al Comune di Miglionico per noleggio sala».
Ulteriori chiarimenti sono stati richiesti all’ex consigliere Vincenzo Baldassarre, in qualità di presidente del gruppo Idea .
Secondo i magistrati, infatti, ci sarebbero due fatture per le prestazioni rese da un consulente in un periodo di tempo successivo alla scadenza del suo contratto.
NON SI SALVANO DAI CONTROLLI NEPPURE L’EX CAPOGRUPPO FI, PIRO E L’EX CAPOGRUPPO M5S, LEGGIERI
All’ex capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro, la Corte ha chiesto di produrre un’ attestazione di consistenza del gruppo e dei suoi collaboratori.
Altra documentazione sui collaboratori retribuiti è stata chiesta all’ex capogruppo del Movimento 5 stelle, Gianni Leggieri, e a quello di Italia Viva, Luca Braia.
A quest’ultimo la sezione di controllo ha chiesto di produrre anche la «dichiarazione di avvenuta restituzione in favore del Consiglio Regionale dell’importo di euro 2.119,73 non utilizzato a titolo di spesa del personale e di copia del relativo bonifico».
Nella relativa delibera, però, si parla anche di apparenti «incongruenze» nel rendiconto perché a un collaboratore sarebbe stato corrisposta una somma maggiore di quella indicata in busta paga. Inoltre per altri tre collaboratori risulterebbero pagamenti effettuati per prestazioni rese oltre la scadenza dei relativi contratti di lavoro.
ANCHE L’EX CONSIGLIERE REGIONALE ZULLIUNO DOVRA’ FORNIRE CHIARIMENTI
Notevole anche la lista di chiarimenti richiesta al presidente del gruppo di Basilicata oltre, l’ex consigliere regionale Massimo Zulliuno.
In magistrati hanno chiesto, in particolare, copia del bonifico attestante l’avvenuta restituzione in favore del Consiglio di 430,13 euro non rendicontate.
Poi vi sarebbero diverse «criticità» per pagamenti a favore di collaboratori per prestazioni rese quando i loro contratti erano già scadute, e spese bancarie quantificate in 81,30 euro, nonostante un esborso documentato del triplo.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA