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Niente più direttori generali in Regione scelti tra amici, Bardi dovrà sceglierli da un albo. E firma il protocollo delle nuove nomine con i partiti che lo hanno sostenuto
POTENZA – Niente più sorprese e nomi catapultati da terre lontane all’ultimo minuto. Il governatore Vito Bardi dovrà proporre alla giunta i prossimi direttori generali da un apposito albo. Tra candidati in possesso dei requisiti richiesti che vi avranno fatto preventivamente richiesta di iscrizione.
E’ questo il principio stabilito nella “Direttiva per il conferimento degli incarichi di direttore generale della giunta regionale” approvata giovedì. A corredo della prima delibera della nuova giunta regionale guidata dal due volte governatore Bardi.
Nel testo appena pubblicato è evidente la mediazione raggiunta tra il generale e la sua maggioranza. Dopo mesi di trattative iniziate prima ancora dell’ufficializzazione della candidatura a un secondo mandato del generale. Proprio per la volontà dei partiti della storica coalizione di centrodestra, e dei nuovi arrivati dell’ex terzo polo, di archiviare la stagione dei “pieni poteri” rivendicati da Bardi all’inizio della scorsa legislatura. A partire proprio dalle nomine dei direttori generali, che a lungo hanno rappresentato il braccio operativo del governatore. Rispondendo a lui, che li aveva nominati, e scavalcando spesso e volentieri gli assessori posti alla guida dei vari dipartimenti.
Nella direttiva si evidenzia che nelle nomine si terrà «comunque conto del ruolo apicale e della posizione fiduciaria dei direttori generali rispetto all’organo politico». Resteranno «esclusi» dall’applicazione della direttiva, inoltre: «gli incarichi di responsabili degli uffici di diretta collaborazione del presidente della giunta regionale».
Proprio su quest’ultimo punto si erano bloccate a lungo le trattative tra Bardi e i partiti della sua maggioranza. Con i secondi che premevano per ridimensionare il peso del “cerchio magico” del governatore.
Ad avere la meglio, insomma, sarebbe stato il generale, rivendicando le prerogative presidenziali quanto meno per i suoi più stretti collaboratori.
Il nuovo albo degli aspiranti direttori generali dovrebbe vedere la luce nei prossimi giorni.
Spetterà all’ufficio risorse umane della giunta regionale approvare un avviso pubblico per la raccolta delle candidature.
Nella direttiva vengono indicati anche i requisiti professionali richiesti per i nuovi dg.
Per la legittimità della nomina, in particolare, dovranno essere dirigenti di ruolo della Regione o di altre amministrazioni pubbliche, o privati «di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile nei ruoli dirigenziali dell’amministrazione regionale». Questi ultimi, però, dovranno dimostrare di« aver svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali». O di aver «conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate da almeno un quinquennio, anche presso altre amministrazioni pubbliche, in posizioni funzionali per l’accesso alla dirigenza». O di provenire «dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato».
La direttiva prevede, all’articolo 9, che la proposta di nomina di uno degli aspiranti inseriti nell’elenco resti di competenza del governatore.
All’articolo 8, però, è aggiunto un ulteriore passaggio intermedio in giunta, «al fine di verificare la coerenza dei profili curriculari presentati e delle esperienze maturate rispetto alle funzioni dell’incarico da conferire».
Bardi e i suoi assessori, insomma, esamineranno assieme le candidature sulla base di una serie di parametri oggettivi come esperienza, competenza, e docenze.
«La proposta di conferimento di ciascun incarico – si legge ancora nella direttiva – è motivatamente formulata dal presidente della giunta, per le posizioni di direzione generale istituite nell’ordinamento amministrativo, tra i candidati inseriti nell’Elenco (…), ferma la necessaria ricorrenza del rapporto fiduciario. Il presidente della giunta può svolgere, prima di formulare la proposta di conferimento, uno o più colloqui conoscitivi con uno o più candidati tra quelli presenti nell’Elenco».
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