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CENTRODESTRA in fibrillazione, in Basilicata, in vista del Consiglio che, a breve, dovrà discutere la mozione sulla contrarietà all’autonomia differenziata presentata dalle due consigliere del Movimento 5 stelle. Un argomento spinoso e quanto mai attuale, che vede diverse regioni del Sud (e non solo) schierate contro la cosiddetta “legge Calderoli”. I partiti del centrosinistra, alcune organizzazioni sindacali e tante associazioni sono mobilitate e pronte a raccogliere firme per la presentazione del referendum abrogativo.
La maggioranza di centrodestra, in Regione Basilicata, finora ha seguito l’iter fatto dal Governo fino in fondo, aderendo alla legge sull’autonomia differenziata. Ma le recenti elezioni regionali hanno portato delle novità, anche nella composizione del Consiglio. A cominciare dalla presenza di Marcello Pittella (Azione), con una storia progressista ma che è passato nello schieramento a sostegno del governatore Bardi. Fresco di nomina a presidente del Consiglio regionale (LEGGI), Pittella ha accolto la richiesta del M5s di portare la mozione sull’autonomia in dibattito e tutti i consiglieri (ad eccezione di quelli della Lega) hanno votato a favore della discussione. Pittella stesso, però, non ha fatto mistero della sua contrarietà alla “legge Calderoli”. Ed è bastato forse questo ad alimentare i timori nella maggioranza di un possibile “sgambetto” sull’esito del voto. Tanto che il senatore Gianni Rosa e il deputato Aldo Mattia, entrambi di Fratelli d’Italia, ieri hanno lanciato un appello alla «compattezza» del centro destra in Regione. Perché «a maggioranza di centrodestra regionale – hanno scritto nella nota – non può permettere che la sinistra continui con questo giochino anche in Basilicata e ad inizio legislatura. Cosa che appare alquanto strana, anche non volendo fare retropensieri».
Rosa e Mattia sostengono che «continuano a perpetrarsi anche in Basilicata le contraddizioni e le menzogne della sinistra contro la Legge sull’Autonomia differenziata che sono culminate nella mozione presentata dalle minoranze nella scorsa seduta del Consiglio regionale lucano. Quella stessa riforma approvata dal Governo Amato (Pd) nel 2001, in tutta fretta prima dello scioglimento delle Camere, con soli 3 voti di differenza. Quella riforma, mai completata dalla sinistra, che prevede che la legge ordinaria possa attribuire alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”». Per i due parlamentari, «è un paradosso che solo la sinistra italiana può inscenare. Gli stessi oppositori della legge sull’autonomia differenziata del Governo Meloni sono quelli che, ieri, hanno appoggiato il Governo Gentiloni (Pd), il Governo Conte (M5s) e il Governo Draghi (Pd-M5s) che hanno approvato intese e pre-intese con i Governi regionali, senza una legge che definisse la procedura per le deleghe e senza un controllo da parte del Parlamento. I motivi per questa pantomima – aggiungono Rosa e Mattia – possono essere solo due. O si vuole fare la solita opposizione sterile al Governo Meloni o, magari, alla sinistra, fa più comodo che non ci sia una legge che definisce i Livelli essenziali delle prestazioni, che garantiscono la parità di trattamento di tutti gli italiani e che imponga il controllo delle intese Stato-Regioni sui poteri trasferiti a queste ultime». Di qui l’appello all’unità della maggioranza di centrodestra in Regione, affinché metta «di fronte alle loro responsabilità le opposizioni».
Intanto al presidente Pittella «e a tutti i consiglieri regionali va il nostro augurio di buon lavoro per questa legislatura che si annuncia fondamentale per la Basilicata, in un tempo complesso che chiama tutti ad una forte assunzione di responsabilità e ad agire con pragmatismo e lungimiranza», scrive in una nota Donato Pessolano, segretario regionale di Azione Basilicata, ritenendo la sua elezione a presidente del Consiglio regionale «un motivo di grande orgoglio e soddisfazione. L’alto profilo istituzionale la storia politica riformista del presidente Pittella rappresentano un solido riferimento per tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale e per i cittadini lucani». Nessuna polemica ma è improbabile che Pittella possa cambiare idea sull’autonomia differenziata, quando lo stesso leader di Azione, Calenda, pur non condividendo lo strumento, ha a sostenuto: «Quando il referendum ci sarà voteremo per l’abolizione dell’autonomia».
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