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Vito Bardi

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POTENZA – Per il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, la candidatura alla guida della Regione Basilicata del leghista Pasquale Pepe non esiste, perché il “suo” governatore uscente, Vito Bardi, è «vincente in tutti i sondaggi», quindi gli spetta concorrere per un secondo mandato. Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ribadisce il concetto difendendo il governatore leghista della Sardegna, Christian Solinas, e proponendo di ricandidare tutti e tre i presidenti uscenti nelle regioni che andranno al voto agli inizi di marzo. Ma i meloniani non ci stanno, e chiedono una valutazione sul loro operato rivendicando il ruolo, e le prerogative, del primo partito della coalizione.

E’ andato avanti per tutta la giornata di ieri il dibattito, a mezzo stampa, tra gli esponenti della storica alleanza di centrodestra sulle prossime elezioni regionali. A dar fuoco alle polveri è stato il vicepremier Tajani con la sua difesa a spada tratta di Bardi, dopo giorni di indiscrezioni sulla possibilità di un avvicendamento tra Lega e Fratelli d’Italia alla guida della coalizione in Sardegna, che avrebbe finito per agevolare le ambizioni di Pepe in Basilicata.

Subito dopo, quindi, è toccato a Crippa chiarire che la spinta iniziale verso questo tipo di staffette non era arrivata dal Carroccio, ma dalla richiesta del partito della premier Giorgia Meloni di piazzare un loro candidato governatore non solo in Abruzzo, dove l’uscente è il meloniano Marco Marsilio, ma anche in Sardegna, dove Solinas è stato appena sfiduciato pubblicamente da FdI, e in Basilicata.

Dando per scontato il via libera alla ricandidatura del forzista Alberto Cirio e della leghista Donatella Tesei nelle altre due regioni dove si andrà al voto nel 2024, Piemonte e Umbria. Una maniera per riequilibrare, tra l’altro, i rapporti di forza nella coalizione dato il peso elettorale raggiunto da Fratelli d’Italia, a cui oggi i sondaggi attribuiscono due voti su tre di quelli destinati all’intero centrodestra.

«O si chiude tutto insieme o non si chiude nulla. Se siamo una coalizione dobbiamo considerare tutto il pacchetto». Questo il monito di Crippa, che ha definito «naturale la ricandidatura dei presidenti uscenti» e ha aggiunto che «la Lega non puo’ essere penalizzata».

«Noi – ha proseguito il vice di Salvini – siamo pronti ad avviare le campagne elettorali domani mattina ma con tutti gli uscenti candidati. Non è che si può strappare in Sardegna, e poi chiedere di partire con la campagna elettorale in Abruzzo. Perché allora poi vediamo gli indici di gradimento di tutti i presidenti e non so chi va meglio, se Solinas o Marsilio…»

A rilanciare le parole di Crippa, quindi, è stato proprio il governatore lucano Bardi, che ha ricordato i sondaggi «favorevoli», e si detto convinto che «il centrodestra può vincere dappertutto», se resta unito.

Il generale si è detto anche «fiducioso» nella ricandidatura, per poi riconoscere come «legittime aspirazioni» quelle di Pepe.
«Per il bene della Basilicata – ha proseguito – spero proprio che si possano archiviare tutte le polemiche e correre tutti uniti per vincere. Se gli altri partiti della coalizione hanno argomentazioni diverse ci sta, è il gioco della politica. Dico solo che ogni presidente uscente dovrebbe essere giudicato dai propri elettori. Soprattutto in Basilicata, dove affronteremo il partito della restaurazione».

A replicare al governatore lucano, pertanto, è stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), che in serata ha sostenuto che per decidere le candidature nelle regioni «la regola non può essere la spartizione dei candidati tra i partiti del centrodestra». Dunque: «è indispensabile un’analisi dei cinque anni di operato della giunta regionale».

«Bisogna guardare ai risultati ottenuti dalle giunte uscenti – ha proseguito il deputato meloniano: laddove si è fatto bene, si valuta la possibilità di una conferma; laddove invece c’è qualche motivo di delusione, si valutano eventuali cambiamenti. Bisogna scegliere il miglior candidato possibile sia per vincere sia, soprattutto, per ben governare. E’ indispensabile un’analisi sui cinque anni di operato: sarebbe irresponsabile dare tutto per scontato e far finta di nulla».

Secondo il Rampelli, in altri termini, un’analisi dell’operato della giunta uscente «è un compito ineludibile dei partiti, perché se dovesse valere un’altra regola non so quale potrebbe essere». «Mi pare – ha concluso il vicepresidente della Camera – che Fratelli d’Italia abbia soltanto la regione Abruzzo in questa tornata elettorale, ed è il primo partito della coalizione…»

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