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Vito Bardi

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Varato il quarto esecutivo di Vito Bardi, dopo la minaccia di dimissioni, il governatore revoca Merra e nomina Sileo: nasce la “giunta elettorale”

È NATO ufficialmente ieri il Bardi IV, la giunta che nelle intenzioni del governatore uscente dovrebbe assicurare l’ordinaria amministrazione della Regione Basilicata fino al voto di inizio 2024. A decidere il rimpasto del governo regionale, esibendo un’inaspettata risolutezza, è stato il governatore Vito Bardi in persona, anticipando le dimissioni annunciate, sabato scorso, dall’ormai ex assessora alle Infrastrutture, Donatella Merra.

Il governatore ha parlato di «un atto dovuto» dopo le parole con cui Merra aveva giustificato l’annuncio delle sue dimissioni, bocciando senza appello l’operato dell’amministrazione regionale, e del centrodestra, a pochi mesi dalla fine della legislatura. Un giudizio, quello dell’ex assessora, che a tanti era apparso condizionato da dinamiche di natura elettorale. Non ultima la possibilità di un suo passaggio dal centrodestra al cartello di centrosinistra in costruzione attorno al re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, che giusto il giorno prima aveva incassato il sostegno del Partito democratico.

BARDI REVOCA LE DELEGHE E VARA LA SUA QUARTA GIUNTA (QUELLA ELETTORALE)

Di qui la reazione di Bardi con l’annuncio, domenica, dell’intenzione di far valere le sue prerogative presidenziali. Quindi la conferma, ieri, della revoca delle deleghe all’assessora ribelle, e la designazione, al suo posto, di Dina Sileo.
«La gratitudine in politica – ha dichiarato Bardi commentando l’avvicendamento in giunta -» è il sentimento della vigilia, la correttezza istituzionale invece non deve mai venire meno, per rispetto dei lucani e di tutto il centrodestra». «Dispiace aver letto parole ingenerose – ha aggiunto il governatore -, ma in questi quattro anni e mezzo ho imparato tante cose e ne ho messe a frutto altrettante».

In mattinata, in realtà, dall’ex assessora era arrivata una parziale retromarcia rispetto all’annuncio di dimissioni. In una nota, infatti, Merra aveva spiegato che la sua iniziativa andava intesa soltanto come una richiesta di aprire un’«opportuna e necessaria riflessione politica nel governo, per salvaguardare la democrazia interna e gli spazi di confronto».

IL CORAGGIO DI MERRA TROVATO DOPO 4 ANNI E MEZZO DALLA NOMINA

L’ex assessora aveva anche trovato il coraggio di denunciare, quattro anni e mezzo dopo l’ingresso nella prima delle giunte Bardi, «atteggiamenti ed azioni discriminatorie» nei suoi confronti. Merra aveva parlato, «in quanto donna libera e indipendente», di «comportamenti inaccettabili per il ruolo istituzionale che svolgo e per la mia stessa dignità individuale e professionale».

Quindi dei «toni irriverenti» utilizzati nei suoi confronti da un dirigente regionale, durante una seduta di giunta. Come pure di «provvedimenti urgenti e necessari, attesi dai lucani, che sono stati ostacolati per mesi con pretesti irragionevoli e argomenti illogici». E ancora di una «comunicazione istituzionale (…) a più riprese censurata dal canale informativo ufficiale della Regione quando sgradita a qualcuno».

L’ex assessora aveva riservato un’ultima considerazione, poi, sulle prerogative evocate dal governatore lamentando questo «atteggiamento ostativo e prevaricante», per cui «nei confronti di una donna che ha palesato lealmente una impossibilità ad esercitare il ruolo di governo, si decide di imporsi».
In seguito alla revoca dell’incarico in giunta e alla nomina al suo posto di Sileo, ad ogni modo, dall’ex assessora è arrivata una seconda nota, di accompagnamento della lettera – tardiva – con le sue dimissioni. Nota con cui ha puntato il dito anche contro il partito, la Lega, che le ha consentito l’ingresso in Consiglio e in giunta regionale.

LE POSIZIONI DELLA LEGA E LA “RIFLESSIONE POLITICA” ANNUNCIATA DA MERRA

Dopo una succinta dichiarazione del coordinatore dei salviniani lucani, Pasquale Pepe, in cui si evidenziava l’importanza del «senso di responsabilità» e della «leale collaborazione» in Regione, «per offrire, in questo ultimo scorcio di consiliatura, ulteriori risposte ai bisogni e alle aspettative dei lucani». Quindi si augurava buon lavoro a Sileo, comunicando il suo rientro nel Carroccio, dopo un periodo nel Gruppo misto.

«Avvierò una riflessione politica – ha dichiarato Merra – a partire dalle scelte fatte dal direttivo regionale della Lega. La gravità dell’approccio assunto nei miei confronti, nei confronti dell’unica donna della giunta, si è definitivamente disvelato nelle ultime azioni intraprese dal presidente e dal partito».
Con l’avvicendamento in giunta tra Merra e Sileo, la prima dovrebbe tornare a sedere tra i banchi del Consiglio regionale. Al posto di Francesco Fanelli, che è l’altro assessore leghista in carica, invece, continuerà a sedere l’attuale capogruppo del Carroccio, Gianuario Aliandro, secondo dei non eletti nella lista dei salvini, nel 2019. Dietro proprio alla neo assessora Sileo.

In caso di uscita dalla maggioranza di Merra il governatore Vito Bardi potrebbe contare soltanto su 10 voti su 21 in Consiglio. Nei mesi scorsi, tuttavia, ha già potuto avvalersi, in più occasioni del sostegno dell’ex 5 stelle Gino Giorgetti, e dei renziani Mario Polese e Luca Braia, che con la stessa Sileo e un secondo consigliere di maggioranza, Vincenzo Baldassarre, avevano anche dato vita a un coordinamento “centrista”.

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Francesco Ridolfi

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