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Angelo Chiorazzo

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POTENZA – Potrebbe essere un assessore della giunta Bardi come Donatella Merra il primo grande acquisto del fronte dei sostenitori del neo candidato governatore di Pd e cattolici di sinistra, Angelo Chiorazzo. Si annuncia più difficile del previsto, invece, l’intesa con i 5 stelle, dopo le parole sul “medioevo” lucano, e gli inviti all’“eresia”, della coordinatrice provinciale di Potenza, Alessia Araneo.

E la sconfessione delle dichiarazione di sostegno al re delle coop del consigliere regionale uscente, Gianni Leggieri, da parte del coordinamento regionale del Movimento al gran completo. Il tutto mentre dalla Sardegna rimbalzano le voci di un possibile avvicendamento tra il governatore uscente Vito Bardi e l’ex senatore leghista Pasquale Pepe alla guida della coalizione di centrodestra.

Sono state ore concitate quelle del giorno dopo l’incoronazione dell’imprenditore di Senise, Chiorazzo, da parte dell’ex partito-regione, in vista delle elezioni di inizio 2024.

LE DIMISSIONI DI MERRA E IL PATTO DI LAVELLO

A dare il via alle danze è stato l’annuncio delle dimissioni dal suo “mandato politico”, non è chiaro se da assessore o anche da consigliera regionale della Lega, della lavellese Donatella Merra. Annuncio che più avveduti hanno messo in relazione alle voci di un accordo tra Chiorazzo e un collega imprenditore proprio di Lavello.

Vale a dire quell’Antonio Liseno che da tempo risulta vicino all’assessora regionale alle Infrastrutture, ed è tuttora accreditato di un pacchetto di voti significativo. Gli stessi voti che gli sono già valsi la considerazione diffusa di padrino politico dell’amministrazione comunale in carica del centro dell’Alto Bradano, e che domani potrebbero regalare a Merra un secondo mandato in Regione.

I MALUMORI NEL PD

Di tutt’altro umore, invece, le donne del Partito democratico. Almeno a leggere le dichiarazioni sui social di due esponenti di peso come la sindaca di Genzano, Viviana Cervellino, e l’ex vicesegretaria regionale, Maura Locantore. La prima, infatti, ha denunciato l’ «ipocrisia» di un partito che non concede mai spazio a «una donna, un giovane, un amministratore», e la seconda «l’opportunismo» che prolifera tra i dem, quando manca «il linguaggio della verità».

Tra i democratici è tornata a farsi sentire anche l’unica voce di dissenso levatasi venerdì sera durante la riunione della direzione regionale del partito, quella dell’ex senatore Salvatore Margiotta, assai critico nei confronti del segretario regionale Giovanni Lettieri. Al punto da dirsi pentito, pubblicamente, della deposizione anzitempo del precedente segretario regionale, Raffale La Regina.

Appellandosi alla segretaria nazionale Elly Schlein, Margiotta ha descritto un partito che «ha preferito percorrere scorciatoie, anziché praticare la fatica della politica, come peraltro si era stabilito dover fare nelle riunioni precedenti dell’assemblea regionale». Quindi ha messo in guardia dell’effetto deprimente che potrebbe avere una sconfitta alle regionali in Basilicata, Abruzzo e Sardegna, a inizio 2024, rispetto all’appuntamento di giugno con le elezioni europee.

A festeggiare per la decisione dei democratici lucani sono stati gli esponenti di Basilicata casa comune, che è l’associazione fondata nei mesi scorsi da un pezzo del laicato cattolico di sinistra per rivendicare un protagonismo diretto nella vicenda politica. Contestando la rappresentatività dei partiti “tradizionali”.

L’APPELLO AI DISSIDENTI DI BASILICATA CASA COMUNE

Il portavoce dell’associazione, Lindo Monaco, ha colto l’occasione per ringraziare anche Europa Verde, che nei giorni scorsi aveva aperto a sua volta al contributo di forze e candidati “civici”.

Quanto a chi «soffia sul fuoco di contrapposizioni, divisioni e personalismi», è arrivato l’invito a confrontarsi sui programmi, nell’auspicio che una « sana dialettica» porti a un «impegno comune» con «chi ha valutato strategie differenti».

LA SPACCATURA NEI 5 STELLE

La nota del portavoce della “lista dei fedeli” non ha fatto alcun riferimento, esplicito, al Movimento 5 stelle.
La diffusa contrarietà alla candidatura del re delle coop bianche lucane, ad ogni modo, è emersa già di primo mattino in un post su Facebook della coordinatrice provinciale di Potenza.

«Papi e imperatori, vassalli e valvassori provano ad accaparrarsi il feudo: benvenuti nel Medioevo lucano». Questa l’amara fotografia del momento politico di Araneo, a cui ha replicato, a stretto giro il consigliere regionale Leggieri.

«In un campo largo aperto alla società civile e al laicato cattolico – ha dichiarato Leggieri -, l’unico nome possibile non deve essere espresso solo dai partiti, ma anche dalla stessa società civile, vicina ai bisogni dei cittadini. Le tante e significative adesioni che ho raccolto, frutto anche dei miei interventi dei giorni scorsi, esprimono a maggioranza un solo nome. E’ quello dell’imprenditore cattolico Angelo Chiorazzo».

«Ritengo – ha aggiunto il consigliere regionale venosino – che possa essere il migliore candidato del “campo largo” alle prossime elezioni regionali».

A ribadire l’assenza di una posizione ufficiale del Movimento, quindi, è intervenuta un comunicato a firma della stessa Araneo, della coordinatrice provinciale di Matera, Viviana Verri, e del coordinatore regionale, Arnaldo Lomuti.

I tre coordinatori hanno liquidato quello di Leggieri come «un parere del tutto personale».

«Ricordiamo senza esitazione – hanno evidenziato Lomuti, Araneo e Verri – che nel M5s continua a vigere sempre lo stesso metodo, quello del confronto con la base. Per noi, questo metodo è un valore non negoziabile. L’assemblea resta sovrana e, per il momento, continuiamo a lavorare a un’alternativa seria e credibile da contrapporre al centrodestra lucano».

SALVINI RILANCIA SU PEPE

Anche ieri, ad ogni modo, le discussioni sul migliore candidato governatore non sono state esclusiva del centrosinistra.
A riaccendere le tensioni nell’altro campo politico, infatti, c’hanno pensato le indiscrezioni provenienti da oltre mare. Col governatore uscente sardo, Christian Salinas, sempre più lontano dalla conferma come guida della coalizione alle elezioni regionali di inizio 2024.

A rivelarlo è stata la Nuova Sardegna, spiegando che la premier Giorgia Meloni avrebbe quasi convinto il leader della Lega, Matteo Salvini, a sacrificare il suo Salinas, per lasciare ai Fratelli d’Italia l’indicazione del candidato governatore.
In cambio, però, il leader del Carroccio, otterrebbe la possibilità di indicare il suo fedelissimo Pepe, come candidato governatore in Basilicata. Lasciando a Forza Italia la guida della coalizione in Piemonte.
l.a.

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