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Mario Polese

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Il consigliere renziano Mario Polese rilancia la proposta di una presidente donna alla Regione Basilicata proposta dall’ex vicesegretaria Pd, Locantore, per le prossime regionali

POTENZA – Sì alla candidatura di una donna come presidente della prossima giunta regionale. È arrivata dal renziano Mario Polese la prima dichiarazione pubblica di sostegno alla proposta dell’ex vicesegretaria regionale del Pd, Maura Locantore, di una guida al femminile per una coalizione, tutta ancora da costruire, capace di rappresentare un’alternativa credibile al centrodestra alle elezioni regionali del 2024.

Il consigliere regionale di Italia viva ha preso spunto dalla testimonianza portata sul palco del Festival di Sanremo, da Pegah Moshir Pour, l’ex “sardina” lucana che da mesi sostiene la battaglia per i diritti civili delle donne del suo paese d’origine, l’Iran.

«La lucana Pegah Moshir sul palco di Sanremo 2023 dimostra che le donne spesso sono la parte migliore della società». Ha sottolineato Polese, aggiungendo che «in politica l’auspicio è che si superino gli steccati tradizionali e si guardi semplicemente al merito senza pregiudizi nelle scelte che verranno».

PRESIDENTE DONNA IN BASILICATA, LA PROPOSTA DI LOCANTORE

Nei giorni scorsi la «rivoluzione rosa» auspicata da Locantore aveva colto di sorpresa buona parte dello stesso Pd lucano. Vuoi per la perdurante contesa interna tra i sostenitori dei 4 candidati alla segreteria nazionale; vuoi per i postumi dell’intesa che ha portato all’individuazione del sindaco di Picerno, Giovanni Lettieri, come nuovo segretario regionale.

Superata l’iniziale impressione di un’auto-candidatura dell’ex segretaria provinciale del Pd di Potenza, però, la suggestione ha iniziato un po’ alla volta a farsi largo. Complicando non poco anche i calcoli, inconfessabili, di quanti già pensano al modo di spartirsi le macerie di un’ulteriore, inevitabile, sconfitta tramite espedienti di tecnica elettorale, come avvenuto nel 2019.

Perciò considerano la candidatura a governatore la prima di queste macerie da spartirsi in una competizione “a perdere”, in ragione della legge che riconosce un seggio di diritto in Consiglio regionale al candidato governatore della lista o della coalizione di liste arrivate seconde per numero di preferenze. Dunque una suggestione «rosa», unita alla consapevolezza della necessità di incontrare la voglia di cambiamento dei lucani per provare a scalzare un centrodestra che in tanti, dopo neanche 5 anni ai vertici della Regione, continuano a vedere come la novità rispetto a un blocco politico-amministrativo che ha amministrato nei 49 anni precedenti. Sotto le gloriose insegne dello storico centrosinistra lucano.

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