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Materiale elettorale in una sede del Partito democratico

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POTENZA – La protesta dei Giovani democratici per essersi visti negare l’auspicata rappresentanza all’interno della nuova assemblea regionale. E la minaccia degli speranziani di Articolo Uno di chiamarsi fuori per lo stesso motivo, proprio nella terra dell’ex ministro della Salute, rinviando a data da definirsi il ritorno nella casa democratica.

C’è stato anche questo nell’ennesima domenica ad alta tensione del Pd lucano. Ad alimentare lo scontro tra vecchie e nuove componenti del partito è stata ancora una volta la composizione della nuova assemblea regionale, dopo la designazione del sindaco di Picerno, Giovanni Lettieri, come candidato “unitario” per la segreteria regionale.

Per chiudere il tanto atteso accordo sul listone “unico” per i 104 posti da assegnare al suo interno, infatti, non è bastato il ritiro della richiesta inizialmente avanzata dai sindaci che per primi avevano proposto la candidatura del collega, rivendicando un nuovo protagonismo dei territori.

Piuttosto che insistere sulla richiesta del 15% dei componenti della nuova assemblea, infatti, i primi cittadini avrebbero convenuto di chiedere individualmente “ospitalità” all’interno delle quote riservate alle varie correnti, in base al peso assegnato alle stesse in occasione dello scorso congresso regionale, a novembre 2021, quando avevano corso separate.

Alla richiesta del 70% di componenti del fronte che a fine ottobre si è coalizzato attorno alla sfiducia all’ormai ex segretario Raffaele La Regina, infatti, si contrapposta quella degli ex compagni di ArticoloUno, e poi quella dei Giovani democratici.

Di qui un primo rinvio del termine per la presentazione della candidature dalle 20 alle 22 di ieri da parte del commissario regionale, nonché presidente della commissione congressuale, Enzo Amendola. Per permettere un ultimo tentativo di conciliazione tra le varie componenti.

«Non si può utilizzare l’unità, che è un valore, per mortificare passioni e speranze o peggio per nascondere la polvere sotto il tappeto». Così i Giovani democratici lucani in un messaggio pubblicato ieri pomeriggio sulla loro bacheca Facebook con una sessantina di sottoscrizioni. Inclusa la presidente dell’ultima assemblea regionale del partito, Maddalena Labollita.

«Stiamo celebrando un congresso che deve essere un punto di innovazione e rinnovamento». Si legge ancora nel messaggio. «Non si può scegliere di perseguire la solita via che indicano pochi capi corrente che vogliono solo imbrigliare il futuro segretario nelle stesse dinamiche e alchimie che sono tanto fuori dal tempo quanto dannose per il partito».

«Per affrontare al meglio questa nuova fase, al contrario, il nostro Pd ha bisogno che in questo processo ci sia cittadinanza per tutti». Hanno aggiunto i Giovani democratici. «Per le giovani generazioni, soprattutto, che di ‘correnti’ non ne vogliono più sentir parlare».

«Meritiamo diritto di cittadinanza autonoma all’interno degli organismi dirigenti che non passi, in alcun modo, per il permesso (o peggio la concessione) del capo corrente di turno». Di qui l’appello ad e al segretario in pectore, Lettieri. «Non possiamo stare zitti e buoni». Hanno sottolineato i giovani democratici. «Chiediamo (…) di includere la nostra generazione negli organismi dirigenti senza alcuna concessione da parte dei capi corrente». Infine il monito: «ogni risposta contraria non sarà accettabile da nessuno di noi».

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