Francesco Piro
3 minuti per la letturaPOTENZA – Francesco Piro può riavere il suo incarico di vicepresidente del Consiglio regionale. Senza una nuova votazione in seduta pubblica del parlamentino lucano, che avrebbe esposto la maggioranza guidata dal governatore Vito Bardi a un sicuro imbarazzo. Vuoi per gli strascichi della vicenda giudiziaria che a ottobre è costata persino qualche giorno di carcere al capogruppo di Forza Italia, che per la dissonanza con i richiami all’«etica e l’estetica» di chi ricopre incarichi pubblici lanciati tempo addietro dal governatore in persona.
E’ di giovedì scorso, infatti, la decisione dell’ufficio di presidenza del Consiglio, guidato dal leghista Carmine Cicala, di prendere atto della revoca delle dimissioni di Piro dalla carica di vice presidente. Proprio come aveva fatto agli inizi di novembre il plenum del parlamentino lucano rispetto alle dimissioni dal mandato elettivo di consigliere che il capogruppo azzurro aveva consegnato al gip che lo ha aveva confinato in carcere nell’ambito della maxi-inchiesta dei pm di Potenza sulla “mala politica lucana” per chiedere un’attenuazione delle restrizioni. Dimissioni dall’incarico di consigliere e dagli incarichi collegati che erano state revocate all’indomani della decisione con cui il Tribunale del riesame, decidendo sui ricorsi presentati da altri 3 co-indagati nella medesima inchiesta, aveva fatto a pezzi l’impianto dell’accusa.
Il passo indietro di Piro rispetto all’annunciata intenzione di chiuderla con la politica «a vita» era stato accolto de plano dall’aula sulla scorta di una precisa previsione di legge per cui le dimissioni di chi ha ottenuto un mandato elettivo da consigliere sono sempre revocabili fino alla presa d’atto delle stesse da parte dell’organo elettivo di appartenenza.
Per due mesi, invece, all’interno dell’ufficio di presidenza si era cercato inutilmente un riferimento giuridico esplicito a cui appigliarsi per capire il destino di un incarico collegato al mandato di consigliere come quello di vicepresidente del Consiglio, che Piro aveva ottenuto a maggio dell’anno scorso per effetto di un’apposita votazione.
In sua assenza, quindi, si era optato per la necessità che il parlamentino lucano tornasse a esprimersi votando. Più di recente, però, anche in seguito ad alcuni solleciti che sarebbero arrivati da parte del diretto interessato, l’ufficio di presidenza è tornato sui suoi passi e ha deciso di procedere con una semplice presa d’atto. La restituzione della vicepresidenza del Consiglio pare destinata ad assumere anche il valore di un gesto riparatorio nei confronti del capogruppo azzurro, che non ha mai nascosto la sua personale delusione per la scarsa solidarietà ricevuta dai componenti della maggioranza regionale rispetto alla vicenda giudiziaria.
Se basterà questo a garantire una presenza più assidua di Francesco Piro in aula, ad ogni modo, si capirà a breve. Nelle ultime sedute del parlamentino lucano, d’altronde, il capogruppo azzurro era stato sempre assente al momento del voto, costringendo la risicata maggioranza di cui gode il governatore Vito Bardi a cercare il sostegno estemporaneo di esponenti della minoranza. Quando meno per le presenze in aula necessarie a garantire il numero legale per la validità di quanto deliberato.
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