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Matteo Salvini

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POTENZA – Chi si aspettava che il Consiglio regionale si riunisse ieri mattina, come annunciato, per eleggere il suo nuovo presidente è rimasto deluso. Ma c’è un’ultima speranza a cui si sono aggrappate le sorti della maggioranza di via Verrastro, ed è l’intervento risolutorio di Matteo Salvini in persona.

Ci sarebbe proprio il leader della Lega, infatti, dietro il quasi-accordo raggiunto nella giornata di ieri all’interno del Carroccio lucano per provare chiudere la partita sulla nomina del  presidente del Consiglio regionale che dovrà guidare i lavori del parlamentino a fine legislatura. Un quasi-accordo e non un accordo pieno, perché di stabilito ci sarebbe soltanto la volontà di ricucire la spaccatura apertasi martedì, quando due dei 5 consiglieri leghisti, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, hanno deciso di assentarsi per protesta durante il voto che avrebbe dovuto consegnare un secondo mandato a un altro leghista, che é poi il presidente del Consiglio uscente, Carmine Cicala.

Per capire se sarà ancora Cicala il candidato della Lega, o qualcun altro, quindi, bisognerà attendere lunedì, che è quando è stato riconvocato il Consiglio regionale per provare a definire la questione. Intanto, ieri, di fronte a una convocazione dell’assise conclusasi con la mera comunicazione del rinvio per i disaccordi interni alla maggioranza, è arrivata la dura presa di posizione dell’opposizione. Con le dimissioni dei due rappresentanti delle minoranze all’interno dell’ufficio di presidenza: il renziano Mario Polese, e il pentastellato Gianni Leggieri. Rispettivamente vicepresidente e segretario d’aula uscenti.  

«E’ un atto politico necessario e condiviso con tutti i gruppi politici di minoranza». Si legge in una nota diffusa a margine della mancata seduta di ieri mattina e di una conferenza stampa convocata d’urgenza da Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle e Prospettive Lucane. «I ricatti politici ai quali il Presidente Bardi è fatto oggetto e l’assoluta noncuranza dei problemi che vivono le famiglie e imprese lucane rendono visibile a tutti la, ormai, conclusa esperienza politica di governo di centro destra nella nostra regione. E’ evidente che la soluzione del Bardi ter, come già emerso nella seduta consiliare sulla mozione di sfiducia, non trova consenso nella maggioranza. Al punto in cui siamo, e per rimuovere lo stallo in cui versa la Basilicata, o il Presidente Bardi riesce in tempi rapidissimi a ricompattare la sua coalizione oppure ci aspettiamo l’unico atto a sua disposizione per evitare di continuare l’agonia amministrativa di cui la nostra regione è oggetto: dimissioni».  

«La misura è colma – ha detto il capogruppo Pd Roberto Cifarelli –  per tutta una serie di questioni, a partire dalla mancata convocazione, da mesi, delle commissioni consiliari, cosa che dimostra chiaramente la scarsa attenzione verso i problemi reali della collettività lucana». «Abbiamo sempre tentato –ha aggiunto Polese – di non far mancare la nostra collaborazione per la soluzione dei problemi che assillano la regione. La maggioranza invece continua a soffermarsi, invece, sulle postazioni da ricoprire». «Non esiste più un governo di centro destra – ha tuonato Leggieri – un governo che aveva promesso cambiamenti».  

Carlo Trerotola, poi, ha parlato di «spettacolo indegno e di una maggioranza che non ha ben compreso i problemi a cui va incontro la Regione in mancanza di un bilancio approvato» Quindi o si trova una soluzione immediata: «o si ridia la parola agli elettori». «Sono sei mesi che la maggioranza – ha incalzato il renziano Luca Braia – sta cercando accordi per continuare a governare in un momento davvero delicato e non abbiamo ad oggi mai sentito discutere  di programmazione ma solo di postazioni da assegnare e continui spostamenti da un partito all’altro». «Mi auguro –ha sottolineato la pentastellata Carmela Carlucci – che la maggioranza chieda scusa ai lucani». «Siamo senza parole – ha quindi concluso l’altro pentastallato, Perrino – ed è per questo che abbiamo inteso dare un ulteriore segnale dopo la mozione di sfiducia al presidente Bardi».

«Rammarico» per la scelta di Polese e Leggieri è stato espresso, invece, da Cicala, che ha comunicato l’intenzione di restare al suo posto ritenendo «doveroso traghettare l’Ente in un momento tanto delicato sia in termini istituzionali che amministrativi, essendo prossimi alla discussione del documento di bilancio previsionale del prossimo triennio». Cicala si è detto convinto, inoltre, «che questa situazione di stallo possa essere risolta già durante la prossima seduta del Consiglio regionale, calendarizzata per lunedì».

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Alessandro Chiappetta

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