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Francesco Cupparo

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«LE proposte della Conferenza delle Regioni per assicurare misure urgenti alle aziende agricole colpite dagli effetti della guerra in Ucraina e dai maggiori costi dell’energia sono alla base dell’iniziativa che intendiamo svolgere insieme ai soggetti sociali del mondo agricolo, alla politica regionale e ai sindaci».

Lo ha sottolineato, ieri in una nota diffusa dall’ufficio stampa – il neo assessore regionale della Basilicata all’agricoltura, Francesco Cupparo, prendendo posizione, cinque giorni dopo il suo insediamento, sul tema delle misure anti caro prezzi per gli agricoltori. Misure invocate, da ultimo, nella manifestazione organizzata due settimane orsono da Coldiretti, davanti alla Regione, e poi annunciate dall’ex assessore all’Agricoltura, Vincenzo Baldassarre, in occasione dell’approvazione da parte della vecchia giunta della manovra finanziate, promettendo «fondi aggiuntivi a quelli già stanziati dal governo».

Prendendo le distanze dall’impegno assunto dal suo predecessore, Cupparo ha sottolineato l’importanza dell’azione avviata dalla Conferenza delle regioni sostenendo «prioritariamente la necessità di provvedimenti nazionali immediati per favorire la liquidità delle imprese e sui costi energetici, come la riduzione delle accise sul carburante e dell’Iva».

Quindi ha definito «indispensabili» misure di sostegno a determinate produzioni agricole, «prevedendo una maggiore attenzione alle culture cerealicole e industriali destinate all’alimentazione umana e zootecnica».

«La posizione degli assessori regionali all’Agricoltura nei confronti dell’Unione Europea è chiara – ha proseguito Cupparo – : si devono modificare alcune condizioni, come il tetto massimo per gli aiuti di Stato, in modo da sostenere le imprese sui maggior costi di carburanti, mangimi e fertilizzanti. Servono modifiche alla Pac e al Psn 2023-2027, spostando temporalmente gli obiettivi al fine di superare la crisi incrementando la produttività agricola. In tal senso servono anche maggiori superfici per coltivare mais, grano, soia e girasole, cercando di limitare i danni alla nostra produzione agroalimentare d’eccellenza e alla zootecnia. È urgente la disapplicazione delle superfici a riposo e degli obblighi di diversificazione culturale. Fondamentale la deroga alla disciplina degli aiuti di Stato. Pertanto si ritiene necessario che il Quadro temporaneo per le misure legate alla pandemia sia prorogato a dopo il 2023 e che se ne preveda uno specifico per il settore agricolo e agroalimentare».

«A sostegno di queste proposte – ha continuato l’assessore lucano – tutti devono fare la propria parte».

Quanto alla questione dei danni provocati dai cinghiali, poi, Cupparo, ha sottolineato l’impegno della medesima Conferenza delle Regioni: «sulla necessità di provvedimenti immediati e d’urgenza che prevedano, tra l’altro, dei piani di controllo con braccata, l’ampliamento dell’attività venatoria per gli ungulati, nelle zone protette la possibilità di intervento, il recupero certo dei danni pensando anche alle risorse delle concessioni governative, ad una riforma dell’Ispra su base regionale, del nuovo personale per la vigilanza venatoria e un suo coordinamento sul territorio».

Quasi immediata la replica di Coldiretti, che è tornata a definire «lodevole» l’annuncio di Baldassarre sull’inserimento nel bilancio della Regione Basilicata di una posta finanziaria «di dimensioni importanti e significative» per alleviare la crisi delle imprese agricole. Quindi ha riconosciuto che «ciò, purtroppo, non può bastare se non ne consegue una conferma anche dall’attuale giunta regionale e, soprattutto, non se ne conosce il reale valore e la specifica destinazione».

Il settore – è evidenziato in una nota diffusa dall’ufficio stampa dell’organizzazione di categoria: «non è nelle condizioni di resistere a lungo».

«Sicuramente la situazione, in questa fase, appare molto complessa, anche per la politica regionale, e di difficile soluzione – ha evidenziato il presidente della Coldiretti lucana, Antonio Pessolani – a maggior ragione se si considera che a condizionarla negativamente sono gli aumenti indiscriminati della maggior parte dei fattori di produzione, probabilmente addebitabili a fattori esogeni e non locali (post pandemia, guerra in Ucraina e momenti speculativi evidenti), ma abbiamo comunque l’obbligo di individuare possibili soluzioni, proprio per evitare la chiusura di molte aziende agricole con gravi ripercussioni sociali ed economiche».

«Per tali ragioni, consapevoli del suo pragmatismo e della sua concretezza – ha concluso Pessolani rivolgendosi a Cupparo – ci permettiamo di chiedere un incontro per meglio dettagliare la nostra proposta e condividere le possibili soluzioni, anche perché la Regione Basilicata è prossima all’approvazione del bilancio 2022 e il settore non è nelle condizioni di resistere a lungo».

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