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POTENZA – Il Bardi ter c’è. Con tre assessori diversi rispetto alla cinquina del Bardi bis, varato meno di tre settimane fa, e il ritorno dei meloniani nella coalizione a sostegno dell’amministrazione regionale. Non passa la mozione di sfiducia proposta da Movimento 5 stelle e Partito democratico per restituire la parola ai lucani. Ma i voti a sostegno del governatore Vito Bardi e i suoi non raggiungono la maggioranza all’interno dell’aula del parlamentino lucano. Una premessa tutt’altro che entusiasmante per il prosieguo della legislatura.
È questo quanto accaduto, ieri, in Regione nell’arco di una delle giornate più travagliate dell’era inaugurata con la vittoria del centrodestra alle elezioni regionali del 2019. La svolta nella crisi aperta agli inizi di febbraio con l’annuncio del ritiro dalla giunta degli assessori leghisti, e poi lo strappo con i meloniani in seguito all’estromissione del Bardi bis, è arrivata a metà mattina.
In una nota diffusa alla stampa, infatti, il governatore ha annunciato di aver chiuso l’accordo per ricucire la frattura consumatasi con i Fratelli d’Italia. Un risvolto inatteso, il passaggio dei meloniani all’opposizione, che con l’approdo da Forza Italia al partito dei patrioti anche dell’ex assessore alla Salute, Rocco Leone, in polemica per la mancata conferma nella giunta del Bardi bis, lo aveva lasciato, di fatto, privo della maggioranza in Consiglio regionale. Di qui la mozione di sfiducia proposta da 5 stelle e democratici, che in caso di convergenza dei voti dei renziani, dell’ex candidato governatore del centrosinistra, Carlo Trerotola, e dei meloniani avrebbe potuto portare allo scioglimento del parlamentino lucano e il ritorno alle urne. Con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura.
Scampato il pericolo, quindi, ci si sarebbe potuti attendere che la discussione sulla mozione prevista nel pomeriggio si trasformasse in una passeggiata di piacere. Ma così non è stato a causa dell’esplosione di una nuova crisi all’interno della maggioranza. Col capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro, che ha annunciato l’intenzione di non votare la fiducia in segno di protesta per il ritorno in giunta di un compagno di partito come Francesco Cupparo. Quindi le assenze, sempre per protesta per la composizione della nuova giunta, dei leghisti Massimo Zullino e Giovanni Vizziello. Tre assenze in aula che hanno ridotto i voti a sostegno del governatore a 10 contro gli 8 dell’opposizione. Un rapporto di forze sufficiente per impedire l’approvazione della mozione di sfiducia, per cui sarebbero occorsi 11 voti, ma oltremodo significativo dal punto di vista politico.
Il Bardi ter, varato ieri mattina, vede la conferma dei due assessori leghisti, già presenti nel Bardi I: Francesco Fanelli (Sanità) e Donatella Merra (Infrastrutture). Sostituiti, invece, i tre assessori nominati nel Bardi II: il forzista Vincenzo Acito, il cui posto al Dipartimento ambiente verrà preso dal meloniano Cosimo Latronico; l’altro forzista, Dino Bellettieri, sostituito alle Attività produttive da un altro meloniano, Alessandro Galella, già assessore all’ambiente del Comune di Potenza; e Vincenzo Baldassarre, sostituito all’assessorato all’Agricoltura da un reduce del Bardi I come Franco Cupparo, sempre forzista.
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