Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi
3 minuti per la letturaPOTENZA – L’ex capo di gabinetto di Pittella, Gerardo Travaglio, lascia una postazione strategica come l’ufficio Risorse umane, e passa a occuparsi di questioni assai meno stringenti come: «Internazionalizzazione, ricerca scientifica e innovazione tecnologica». Mentre la “zarina rossa” dell’ufficio Sistemi culturali, Patrizia Minardi, lascia la guida della sua creatura, considerata una formidabile macchina di propaganda, per occuparsi di erogazioni comunitarie agli agricoltori.
E’ arrivata così, sotto forma di rotazione negli incarichi dirigenziali, la nuova fase della “rivoluzione” all’interno degli uffici della Regione Basilicata a lungo promessa dall’amministrazione guidata dal governatore Vito Bardi.
Venerdì scorso, infatti, la giunta regionale ha approvato una delibera apposita, con le determinazioni assunte in seguito all’interpello con cui si chiedeva ai dirigenti in servizio a via Verrastro di comunicare le proprie preferenze in merito alle mansioni da assegnare. In più di un caso, però, le designazioni non avrebbero rispettato le indicazioni fornite, come è stato evidenziato ieri in una nota congiunta di Giuliana Scarano (Fp Cgil), Pino Bollettino (Cisl Fp) e Antonio Guglielmi (Uil Fpl). E nel caso di Travaglio e Minardi non può sfuggire anche un tema politico sottostante, considerato il ruolo avuto dal primo nella precedente amministrazione regionale, guidata dal governatore Pd Marcello Pittella, oltre che la vicinanza personale della seconda con un noto esponente democratico quale l’ex parlamentare Carlo Chiurazzi.
Nello schema con gli avvicendamenti, in realtà, sono diversi i dirigenti confermati nei loro attuali uffici. In qualche situazione particolare quale quella di Giuseppe Montagano (Pianificazione sanitaria) o Giuseppe Eligiato (Foreste e tutela del territorio), tuttavia, la prospettiva di un imminente pensionamento riduce la conferma concessa a una forma di accompagnamento verso il congedo. Mentre è evidente, altresì, il carattere “punitivo” di altre scelte. Come il trasferimento dall’ufficio Demanio marittimo della direzione infrastrutture, all’ufficio Fitosanitario della direzione agricoltura, di Francesco Menzella, che sconterebbe la mancata proroga delle concessioni agli operatori balneari. O il trasferimento dello stesso Travaglio, a cui verrebbe addebitata la mancata partenza dei concorsi per quei 18 dirigenti che ancora occorrono a via Verrastro per coprire tutti gli uffici rimasti scoperti. Oltre a un centinaio di funzionari.
Nella nota diffusa ieri dai sindacati viene evidenziata, e non poteva essere altrimenti, anche la mancata assegnazione della totalità degli uffici della direzione “Programmazione e gestione delle risorse strumentali e finanziarie”. Ma parlare di dimenticanza sarebbe sbagliato, perché la scelta compiuta al riguardo dalla giunta Bardi sarebbe stata dettata, al contrario, dalla precisa volontà di lasciare “mano libera” sulla gestione della spesa regionale a una figura di diretta emanazione del governatore Bardi quale il neo direttore generale Alfonso Morvillo (in precedenza direttore dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Cnr di Napoli). Eliminando qualsiasi resistenza burocratica alla sua azione di riforma, con la promessa di intervenire sulle postazioni scoperte non appena si chiuderanno i concorsi per l’assunzione dei nuovi dirigenti.
Tra i casi di preferenze disattese e possibili trasferimenti punitivi, infine, i sindacati fanno riferimento, senza nominarlo, al segretario regionale della Fidirets-Direr Basilicata, Raffaele Beccasio, trasferito dalla Stazione appaltante regionale all’Ufficio prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro.
Un ufficio di «prevalente importanza», secondo la giunta regionale, «in ragione dell’esigenza di garanzia ai lavoratori anche in ragione dell’emergenza da covid 19». Mentre Scarano, Bollettino e Gugliemi parlano senza mezzi termini di «una struttura di grado inferiore».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA