Il consiglio regionale della Basilicata
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Aboliti da 10 anni, ma ci sono circa cento ex consiglieri regionali della Basilicata che hanno maturato i vitalizi in precedenza e che li percepiscono ancora ogni mese
POTENZA – Se un diamante è per sempre, allora un mandato regionale è come un diamante. Il passaggio che giustifica il sillogismo è che anche il mandato da consigliere regionale è per sempre. O meglio, lo era. Fino al 2013, quando si maturavano i vitalizi, un assegno vita natural durante – una sorta di super pensione – per gli ex consiglieri regionali della Basilicata e trasmissibile per reversibilità agli eredi.
Pur essendo stato abolito oltre dieci anni fa (con la legge regionale 24/2011 che ha stabilito la cancellazione a partire dalla decima legislatura, cominciata nel novembre del 2013), fa sentire ancora i suoi effetti: nel 2019 ad averne diritto erano 77 ex consiglieri e 24 eredi di consiglieri deceduti. Non c’è motivo per credere che la situazione sia mutata significativamente, dunque sono un centinaio le persone che percepiscono mensilmente un assegno da vitalizio.
Nelle carte della Regione Basilicata – e parliamo di carte pubbliche, reperibili sulla rete da chiunque, non di documenti riservati – si trovano molte informazioni utili.
VITALIZI AD EX CONSIGLIERI REGIONALI DELLA BASILICATA, LA SPESA SFIORA I 4 MILIONI
Facile fare un calcolo relativo all’ultimo anno. Per il corrente mese di agosto la Regione ha liquidato 323.836,07 euro; a luglio 325.122,88 euro; identica somma a giugno e maggio; ad aprile e marzo 326.400,59 euro; a febbraio 333.426,58 euro; a gennaio 320.440,88 euro. Andando a ritroso nel 2023: a dicembre 326.825,44 euro; a novembre 328.466,71 euro; a ottobre 333.963,94 euro; infine, a settembre, 333.050,94 euro. Un totale di 3.928.180,38 euro. Dunque, la Regione ogni anno sfiora i quattro milioni di euro per pagare vitalizi e assegni di reversibilità.
A quanto ammontano i vitalizi? La quota varia: dipende dal numero di anni di consiliatura effettuati e dagli incarichi ricoperti. C’è un minimo: la legge regionale 13 del 2019 stabilisce che l’ammontare dell’assegno non può essere inferiore a due volte il trattamento minimo Inps, il quale – secondo la Circolare Inps n. 6 dello stesso anno – è pari a 513 euro. Dunque, mai meno di 1.026 euro al mese. Si tratta di una regola introdotta nell’ambito di una rideterminazione dei vitalizi secondo il metodo di calcolo contributivo e c’è un’eccezione, ossia se l’assegno percepito prima della stessa rideterminazione non sia già inferiore a quella soglia. Al di là di questa barriera verso il basso, è possibile individuare quali possano essere un minimo e un massimo – con una certa approssimazione – degli assegni percepiti.
GLI INCASSI FINO AD OLTRE 5000 EURO AL MESE
E ci aiutano le solite carte pubbliche, consultabili da parte di ogni cittadino sulla rete fra gli atti del consiglio regionale lucano. Da una parte l’assegno del vitalizio per Giovanni Pandolfi, consigliere dal 1995 al 2000, vicepresidente dell’assemblea dal 1997 e per un anno e mezzo assessore al dipartimento Assetto del territorio: 1.865,58 euro (nel 2021).
Dall’altra chi invece ha seguito nell’istituzione regionale un lungo cursus honorum: Vito De Filippo. Entrato in consiglio nel 1995 (VI legislatura), dal 1997 diventa assessore ad Agricoltura e foreste; nella VII legislatura sarà assessore alla Sicurezza e solidarietà sociale per due anni e poi presidente dell’assemblea dal 2003; attraverserà l’intera VIII legislatura come presidente della giunta; carica confermata nella IX legislatura. Una presenza costante dal ’95 al 2013 (quando si dimise anticipatamente per una vicenda giudiziaria che lo vide assolto tre anni dopo), per ben due legislature come vertice dell’organo.
Nell’agosto 2023 De Filippo ha compiuto 60 anni e maturato il diritto al vitalizio. Lo ha chiesto e glilo hanno accordato. L’importo, che percepisce dal settembre dell’anno scorso, è di 5.097,02 euro lordi mensili. Peraltro De Filippo nel 2012 ha ottenuto la restituzione dei contributi trattenuti nella VIII legislatura. Quindi l’assegno è stato calcolato su 13 anni e 8 mesi (che diventano automaticamente, nel calcolo della Regione, 14 anni) e non su 19 anni.
LE REVERSIBILITÀ E I PAGAMENTI PER RINUNCIA AI CONTRIBUTI
Fra l’anno in corso e quello scorso sono state effettuate (e accettate) tre richieste di reversibilità, ossia di trasferimento da deceduto a erede del diritto a ricevere il vitalizio. Non riporteremo il nome delle persone interessate (né degli ex consiglieri morti) perché fuori dalla ribalta politica e dunque meritevoli di un diritto alla privacy rafforzato. Possiamo però dire che si tratta in un caso di una somma da 2.694,05 euro al mese, nell’altro da 1.381,56 euro e nel terzo da 2.316,99 euro.
De Filippo non è l’unico politico ad aver rinunciato, in tutto o in parte, all’assegno vitalizio in cambio della restituzione dei contributi trattenuti dalla Regione. Nel 2015 il consigliere Michele Napoli chiese la restituzione dei contributi versati nella VIII e IX legislatura per 122.332,60 euro; Roberto Falotico domandò i contributi trattenuti nella IX legislatura per 89.814,20 euro; Antonio Autilio per 95.882,70 euro. Nel 2019 li chiese Marcello Pittella (sempre per la IX legislatura e per 95.882,70 euro). Infine, per la cronaca, fra i cento e più vitalizi liquidati mensilmente dalla Regione, sussistono quote dirottate automaticamente – secondo le ordinanze del tribunale – al pagamento di crediti di varia natura (assegni divorzili, cessione del quinto, riscossioni fiscali, pignoramenti, interessi di mora eccetera).
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