X
<
>

Share
5 minuti per la lettura

UNA discesa repentina a poco meno di 40 unità a Potenza e solo 7 a Matera è questa la storia dei centri per l’impiego lucani che nei prossimi mesi potrebbero veder rimpinguare i propri numeri grazie ai concorsi in atto per altre 90 persone da assumere. Ma è chiaro che il passo all’indietro è imponente se si pensa che solo vent’anni fa nel 2001 quando erano sotto il controllo dello stato i numeri erano in tutta la Basilicata superiori alle 900 unità. Oggi la questione è articolata e complessa ma richiede evidentemente la necessaria attenzione.

“Ciò che serve con maggiore urgenza è che si completi questo percorso di integrazione che passa dai concorsi in atto per 90 persone che nei tre anni può arrivare a 120 unità, passa per la stabilizzazione dei 30 navigator per i quali al momento è stata ottenuta solo una proroga fino al 31 dicembre e il cui futuro andrà definito nelle prossime settimane, ma passa anche attraverso la stabilizzazione di 10 posizioni che non hanno potuto essere impiegate ancora perchè la Regione ha ritardato l’approvazione del bilancio dell’Arlab” spiega al “Quotidiano” Antonio Guglielmi segretario regionale della Uil Fpl che ricostruisce il percorso e il ruolo che i centri degli impiego avrebbero dovuto svolgere.

“Oggi abbiamo diversi problemi. Il principale è quello di inserire energie e professionalità giovani per rilanciare i centri per l’impiego che non possono essere solo strumenti burocratici che si limitano al minimo nella registrazione delle pratiche. Ma questo avviene perché l’organico si è ridotto troppo all’osso e ci si limita a procedure classiche e necessarie oltre che obbligatorie. Serve dunque integrare giovani con elasticità mentale legata anche ad applicazione di nuove tecnologie, noi poi diamo giudizio pessimo su riforma Delrio che è stata una vera e propria sciaguara che ci ha portato attraverso gli anni a questa situazione”.

Oggi ci sono in servizio nell’Arlab l’agenzia che si occupa di lavoro una sessantina di unità più altre 47 che sono quelle dislocate dalla Regione all’Arlab e che operano nell’ambito dei centri per l’impiego. “Parliamo di una riduzione di oltre un terzo che oggi in pochi anni che non permette di garantire la funzionalità dei centri per l’impiego perché le persone che c’erano prima oggi non ci sono più e si registrano criticità forti nel melfese o nel materano principalmente” spiega Guglielmi.

La storia negli anni è alquanto articolata. “I dipendenti dei centri per l’impiego hanno attraversato diverse fasi critiche, prima il servizio li vedeva dipendenti dello stato fino al 2001 quando sono stati trasferiti alle province e sono rimasti in capo alle province fino alla riforma Delrio del 2015. Una riforma che ha flagellato enti come questi creando una situazione particolarmente complicata. Tra l’altro nel 2015 con il patto di stabilità le assunzioni erano contingentate per cui quando c’è stato il problema di dove allocare i dipendenti provinciali. Vi erano 8-900 persone, tra Potenza e Matera, quasi di cui una metà che doveva essere ricollocata in altre funzioni. Naturalmente poi le Regioni dovevano intervenire ma con la riforma Delrio per i lavoratori non c’è stato alcun sostegno economico, nessun accompagnamento che invece era avvenuto nel 2001 per cui le Regioni si sono trovate in difficoltà”.

Di fatto solo una parte di queste persone fu reintegrata all’interno dell’organico regionale per circa la metà mentre un’altra parte non trovò una propria copertura insieme a quello dell’agenzia Apofil. A quel punto si costitì l’Arlab. Mentre nei Centri per l’impiego erano rimasti siamo al 2018 circa 40 unità su Potenza e 7 su Matera. “In pochi anni e per effetto della riforma Del rio si sono svuotati” continua Guglielmi. “Nel 2018 Task force ha messo a disposizione altri 6 milioni per il passaggio nelle agenzie. Oggi ci sono 60 dipendenti che operano con Arlab ed una cinquantina circa dei centri per l’impiego che sono dipendenti regionali distaccati su Arlab. Parliamo di una riduzione enorme dei numeri dai 120 operatori del 2015. Una situazione che oggi non permette di garantire la funzionalità dei centri per l’impiego perché le persone che c’erano prima oggi non ci sono più e si registrano criticità forti nel melfese o nel materano”.

La soluzione è però in atto attraverso il piano di rafforzamento dei centri per l’impiego con 120 posti di cui 90 con i concorsi già in atto. “Per cui con questo personale, un residuo di personale precario che abbiamo stabilizzato e che però ancora non lavorano perché le procedure non sono state completate per la ritardata approvazione del bilancio dell’Arlab da parte della Regione. Con queste integrazioni ci sarebbe una grossa boccata d’ossigeno e questo permetterebbe di raddoppiare quasi quelle che sono le possibilità di oggi. C’è poi anche la partita dei 30 navigator che hanno una collocazione particolare. Sono ancora dipendenti del ministero e la Regione ha proposto una proroga fino al 31 dicembre perché anche queste professionalità maturate potrebbero far parte anche questi dell’Arlab” conclude Guglielmi.

L’obiettivo dovrà essere quello di “creare le condizioni perchè ci sia un incontro tra domanda e offerta di lavoro. I centri per l’impiego devono essere enti che favoriscono incontro tra domanda e offerta attraverso servizi altamente qualificati, quelli necessari che servono ma anche deve essere uno strumento che favorisca quest’unione tra domanda e offerta del lavoro. Dialogando anche con strutture private”.

La strada da fare rimane lunga, ad oggi la difficoltà è evidente e senza la boccata d’ossigeno prevista ed attesa andare avanti in maniera utile ed efficace non sarà possibile.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE